La Scuola ed il tormentone dei seggi elettorali

par Mauro Guidi
giovedì 28 maggio 2009

L’esercizio della democrazia grava sempre sulla Scuola.

Anche quest’anno, come è ormai consuetudine, la Scuola Italiana ospiterà nei giorni 6 e 7 le elezioni amministrative e le elezioni europee ed il 21 giugno un referendum: al Popolo Italiano sarà permesso l’espletamento del diritto/ dovere del voto. Una pratica che è alla base dell’assetto democratico del Paese che va quindi incoraggiata, promossa con ogni mezzo e resa facile nella sua esecuzione materiale. Moltissime scuole saranno chiuse, quindi da venerdì 5 giugno per riaprire mercoledì 10. E’ il tempo strettamente necessario per allestire in ogni aula i seggi elettorali, fare svolgere il rito del voto e provvedere al ripristino delle attrezzature scolastiche (speriamo che avvenga la disinfezione dei locali).

Quest’anno il calendario prevede anche il lungo ponte del 2 giugno, per cui gli studenti, in pratica, lasceranno la scuola sabato 30 maggio per ritornarvi il 10 giugno, 4 giorni prima della definitiva chiusura di sabato 13 giugno (per la Toscana ed altre regioni), perché non credo che siano molti gli alunni che torneranno in aula nelle uniche mattine disponibili del 3 e 4 giugno.

E’ facile capire che in definitiva l’anno scolastico 2008/2009 per le molte scuole sedi di seggio elettorale terminerà realmente il 30 maggio, ma a questo punto vengono in mente alcuni problemi:

In pratica sono stati sottratti agli studenti giorni preziosi con opportunità terminali per sanare eventuali situazioni didattiche carenti (insufficienze).

Questa storia si sta ripetendo ormai dal 1946 con un ritmo incalzante dal momento che le opportunità di esercizio del voto democratico sono progressivamente aumentate con le elezioni europee ed i referendum oltre alle elezioni politiche ed amministrative, per cui mi sto chiedendo da tempo come mai ancora nessun governo abbia cercato di spostare i seggi elettorali in altre strutture (circoscrizioni, caserme militari, ecc.) venendo incontro anche alle esigenze dei giovani italiani.

Il ministro Gelmini ha fatto presente al Consiglio dei Ministri l’assurda situazione che si è venuta a creare in molte scuole italiane? Per ora sulla stampa ufficiale c’è uno strano silenzio sull’argomento forse a testimonianza che in definitiva il mondo della scuola conta solo nelle intenzioni ipotetiche e surreali.


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