La Repubblica per l’Europa

par FRANCESCO ANNICCHIARICO
mercoledì 5 giugno 2019

"Una nazione che si è sempre governata in forma repubblicana si sosterrà soltanto con le virtù, poiché, per giungere al più, bisogna sempre iniziare dal meno" (De Sade)

La Repubblica è un modello valoriale per gli Stati d'Europa.

Un progresso sociale e culturale è quindi favorito da questa forma dello Stato, perché il popolo dimostra la capacità di amministrarsi senza un vertice prestabilito.

Però un avvertimento, forse ancora valido, viene da De Sade: "La fierezza del repubblicano richiede una certa ferocia; se si rammollisce, se perde la propria energia, egli sarà subito soggiogato."

Forse, per questo motivo, i cittadini celebrano la simbologia e i costumi della Repubblica: per esaltare la gioia ad appartenere a questa forma di Governo; insomma per non 'rammollirsi'.

Dovremmo però riconoscere che l'Italia è uno Stato membro della Unione Europea, e quindi ha una sovranità, limitata dalle Istituzioni europee, come tutti gli altri Stati membri.

L'Europa non ha ancora una Costituzione pienamente condivisa o un Parlamento federale o confederato, democraticamente eletto, che possa arrogare a sè la funzione legislativa. Difatti il potere legislativo è svolto dalla Commissione europea (che emette le direttive che hanno forza di legge), espressione dei Governi nazionali e pertanto in contravvenzione con la divisione dei poteri dello Stato tra legislativo esecutivo e giudiziario.

E' pertanto compito dei repubblicani riuscire ad armonizzare il processo di integrazione europea e ristabilire la piena democrazia con una Costituzione degna di tale nome e con degli Organi costituzionali che rispettino tutti i principi illuministi, anche la divisione dei poteri.

Questo sarebbe il migliore antidoto al fenomeno dell'euroscetticismo con la speranza di generare una nuova cultura che attribuisca all'Europa una spiritualità paragonabile a quella che percepiscono i cittadini americani. 

Alcune citazioni potrebbero esserci d'aiuto: "Ciò che aveva l'aspetto della politica e si immaginava essere politica, si smaschererà un giorno come movimento religioso" (Søren Kierkegaard ).

Insomma un processo europeo, in cui gli Stati esprimono la loro volontà di stare insieme per non commettere gli errori del passato e sperando che non ne commettano di nuovi.

Un'ultima citazione che spero possa incidere nell'immaginario, in questo processo:

"Solitari di oggi, voi che vivete separati, voi sarete un giorno un popolo. Quelli che si sono designati, essi stessi formeranno un giorno un popolo che nascerà l'esistenza che supera l'uomo" (Friedrich Nietzsche) ; con la speranza che l'Europa generi un soggetto che dia pace e progresso stabile al proprio interno e al mondo.

L'assetto attuale è di parziale integrazione, ma ricordando Paolo: "Quando verrà il compimento, ciò che è imperfetto scomparirà" (1Corinzi 13,10)


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