La Rai garantisca parità di trattamento in materia di religione e ateismo

par UAAR - A ragion veduta
lunedì 11 agosto 2014

Contro la Rai, che non garantisce il pluralismo informativo in materia di religione, l’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti chiama in causa l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e la Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, chiedendo che sia rispettato il principio di parità di trattamento.

Secondo l’ultima rilevazione sui palinsesti dedicati alle confessioni religiose e i telegiornali — realizzata dalla Fondazione Critica liberale e relativa al 2013 — a farla da padrone nel panorama televisivo italiano è la Chiesa cattolica che, sul totale dei soggetti confessionali, all’interno sia di programmi dedicati che di altro tipo, totalizza quasi il 100% di presenze.

Presso la RAI esiste poi una struttura denominata Rai Vaticano che opera in collaborazione con il Centro Televisivo Vaticano, dedita esclusivamente alla produzione di programmi e alla riproduzione di eventi legati alla Chiesa cattolica. Nel palinsesto Rai vi sono inoltre la copertura del culto domenicale, diverse trasmissioni che veicolano la dottrina cattolica, trasmissioni devozionali e fiction religiose finanziate direttamente dal Vaticano attraverso la Lux Vide.

L’Uaar segnala altresì all’Agcom che non vi è alcuno spazio dedicato alle opinioni atee e agnostiche e che le rare volte che si parla degli atei lo si fa in termini critici.

Così facendo, denuncia l’Uaar, la Rai viola il proprio contratto di servizio (2013-2015) che impone di “rendere disponibile a ogni cittadino, nella molteplicità delle forme divulgative, su differenti piattaforme, una pluralità di contenuti, di diversi formati e generi, che rispettino i principi dell’imparzialità, dell’indipendenza e del pluralismo” nonché di “avere cura di raggiungere le varie componenti della società, prestando attenzione alle differenti esigenze di tipo generazionale, culturale, religioso, di genere e delle minoranze, nell’ottica di favorire una società maggiormente inclusiva e tollerante verso le diversità”.

L’Uaar chiede quindi all’Agcom e alla Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi un immediato riequilibro dell’informazione fornita dal servizio pubblico in materia di credenze religiose e incredulità.


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