La Nazionale di calcio ed i limoni spremuti

par Bernardo Aiello
martedì 6 luglio 2010

Passata la delusione dell’eliminazione ai mondiali sudafricani, sotto spinta anche di una certa invidia per Nazionali con ben altre capacità di far risultato (prima fra tutte quella tedesca), proviamo a capire le ragioni della disfatta.

 
Il calcio, questo stupendo sport e passatempo, ha una ciclicità annuale. Comincia in estate con il ritiro in quota delle squadre e la preparazione atletica in vista del campionato. A settembre le prime partite, di solito di coppa Italia; poi inizia il campionato e, quasi contemporaneamente, le coppe europee. Grosso modo è così.
 
Il campionato è lungo, una vera e propria maratona che impegna tutte le squadre : qualcuna per il titolo, qualcuna per un posto nelle coppe europee dell’anno successivo, qualcun’altra per la salvezza. Anche la coppa Italia e le coppe europee possono diventare lunghe ed impegnative se si riescono a superare i vari turni. E non manca affatto il quotidiano stress da intervista e da mass media: nel nostro Paese quattro quotidiani sportivi riescono a vendere un numero inimmaginabile di copie giornaliere, mentre alcune televisioni hanno ormai canali tematici che trasmettono ventiquattro ore su ventiquattro telegiornali sportivi.
 
Infine le settimane di fermo a cavallo della fine dell’anno sono spesso dedicate, almeno dalle grandi società, ad un richiamo di preparazione in località con clima invernale temperato.
 
Immaginiamo adesso come possa sentirsi un calciatore dopo aver fatto nell’ordine:
 
a) la preparazione estiva ;
b) un intero campionato ;
c) la ripresa di preparazione invernale ;
d) la coppa Italia sino ai turni finali ;
e) una coppa europea sino ai turni finali ;
 
Il tutto leggendo ogni giorno un paio di giornali con le polemiche del momento e le lamentele di frange di tifosi eternamente incavolate. Il paragone con un limone spremuto è del tutto calzante.
 
A questo punto il Lippi di turno lo rispedisce in quota per fare l’ennesima preparazione e lo vorrebbe vedere allegro e pimpante, a saltellare come un grillo sui campi di calcio del Sud Africa. E’ lecito aspettarsi tutto ciò?
 
Forse è lecito perché la Nazionale esercita un richiamo fenomenale, ma i limoni spremuti di succo non ne hanno più da dare; con l’eccezione dei baldi giovani ventenni, che superano il problema grazie alle infinite risorse che madre natura riserva alla gioventù. A loro basta qualche piatto di pastasciutta in più per recuperare.
 
A questo punto (ciò valga per il prossimo commissario tecnico), pur con tutto il rispetto per la saggezza dei veterani e per la loro capacità di “far gruppo”, tre quarti degli effettivi devono essere giovanissimi; come è proprio nell’attuale nazionale tedesca. A meno di non voler far venire l’itterizia ai tifosi, come succede oggi a quelli che seguono alla televisione le prodezze di Müller e di Close.

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