La Nato si arrende, i talebani nuovamente alleati contro i russi

par F.G.
lunedì 13 ottobre 2008

 

La soluzione militare, ormai è chiaro, non c’è. Ecco perché sette anni dopo l’invasione dell’Afghanistan anche gli Stati Uniti ora sono pronti a sostenere trattative tra il governo di Kabul e i talebani, a patto che dai negoziati sia esclusa al Qaeda. Lo ha detto al vertice dei Ministri della Difesa Nato di Budapest il segretario alla Difesa Usa Robert Gates, dopo l’appello al dialogo lanciato la scorsa settimana dal presidente afghano Hamid Karzai al mullah Omar e il successivo via libera di Londra.

 
Secondo il capo del Pentagono un’opera di riconciliazione in Afghanistan gestita da Kabul potrebbe porre fine alla guerra. Questo solo se i talebani rispetteranno i termini posti dal governo afghano alla cui sovranità i talebani dovranno sottomettersi "Ci deve essere infine, e sottolineo infine, una riconciliazione come parte di un risultato politico a questo (negoziato)", ha spiegato Gates perché la riappacificazione "sara’ la definitiva exit strategy per tutti noi".
 
Il segretario alla Difesa ha comunque chiarito che gli eventuali negoziati non potranno mai includere chiunque faccia parte di al Qaeda: "Dobbiamo essere sicuri di non parlare con loro", ha chiarito Gates.
 
Gli Usa dopo l’11 settembre 2001 invasero a dicembre l’Afgfhanistan per abbattere il regime talebano che aveva ospitato Osama bin Laden e i vertici della sua organizzazione. In Afghanistan gli americani hanno circa 32.000 soldati, divisi nell’operazione Enduring Freedom (18.000) e nel contingente Isaf della Nato (14.000). Le vittime americane sono state finora 610 (Rainews24).
 
"In un contesto radicalmente mutato come quello attuale era prevedibile un cambio di strategia della Nato, così con un ennesimo cambio di rotta di 180° i talebani ridiventano amici (forse il termine è eccessivo, meglio dire utili alleati). I russi alleati contro il "terrorismo" ridiventano nemici e vanno arginati. In realtà per la Nato i russi sono solo un problema ma non "il" problema che è e rimane la corsa agli enormi giacimenti caucasici che sono contesi agli occidentali dai cinesi. In questo enorme e pericolosissimo gioco sono attualmente saltate molte allenze e se ne sono costituite di nuove. L’India ha stretto, negli ultimi giorni, un’alleanza strettissima,condita da accordi in materia nucleare, con gli Stati Uniti. Questi ultimi hanno capito che il Pakistan non è un alleato leale ed hanno deciso di destabilizzare e dividere il paese in una miriade di staterelli facilmente controllabili. Una volta aperta questa strada sarà più facile far passare il petrolio ed il metano del Kazakhstan fino ai porti indiani. Il Pakistan confina con India Cina e Iran, già questo dovrebbe far capire l’ennorme importanza di questo paese e si affaccia sull’oceano indiano. Ciò che non si piega si spezza, questa sembra la regola adottata con i pakistani, un paese che all’interno non ha mai raggiunto una completa unità nazionale. Con l’Afghanistan vale il discorso contrario e cioè ciò che non si spezza si piega, così i talebani riavranno il controllo del territorio, del traffico di oppio e armi e saranno grandi alleati contro russi e cinesi.



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