La NSA rintraccia i cellulari anche da spenti

par Paolo Monarca
martedì 23 luglio 2013

I film di spionaggio hanno tentato di metterci in guardia: spegnere un telefonino non basta, per non essere rintracciati. Bisogna togliere anche la batteria, e nemmeno così si è davvero sicuri...
 
La conferma delle paranoie da sorveglianza di migliaia di persone viene, di nuovo, da una fuga di notizie interna alla NSA. Una nuova inchiesta rivela che nel 2004 la National Security Agency americana ha realizzato - di concerto con l'esercito la CIA e la segretissima JSOC (Joint Special Operations Command) - un programma di spionaggio capace di tracciare i telefonini di (presunti) terroristi in Medio Oriente, ovunque essi si trovino. 
 
Fin qui nulla di strano. Ma l'inchiesta della giornalista americana Dana Priest per il Washington Post rivela dettagli inediti del programma ribattezzato familiarmente "The Find" dai membri della JSOC. 
 
Uno di questi, il più incredibile, è che i cellulari tracciati fossero reperibili anche da spenti. Il report della giornalista USA non entra, ovviamente, nel dettaglio della tecnologia utilizzata, che ha consentito alla NSA di scovare migliaia di "bersagli", poi prontamente eliminati dai droni dell'aviazione americana.
 
“We Track ’Em, You Whack ’Em" ("noi li scoviamo e voi li colpite"): questo il motto della cooperazione tra la NSA ed i militari. Una collaborazione che, malgrado le tecnologie sofisticatissime, continua a provocare vittime civili. Come i 92 bambini uccisi, su un totale di 147 vittime innocenti, dai predator americani in Pakistan. 

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