Francia, imposte sui redditi più alti

par Paolo Borrello
giovedì 20 ottobre 2011

A partire dal prossimo anno in Francia verrà applicata una tassa sui redditi più elevati. 

Lo ha deciso già da tempo il Governo. Ma il governo francese è stato costretto dalle pressioni provenienti dal Parlamento ad inasprire quella che viene definita la "tassa sui ricchi". Inizialmente infatti il governo presieduto da Francois Filon aveva previsto un prelievo del 3% sui redditi individuali superiori ai 500.000 euro annui.

Ma questo tipo di imposizione non era stato ritenuto sufficiente dai partiti di centro che fanno parte della coalizione di maggioranza e anche da una componente dei parlamentari dell’Ump, il partito del presidente Sarkozy. Quindi primo inasprimento: la tassa avrebbe riguardato anche i redditi superiori ai 250.000 euro annui.

Ciò non è stato ritenuto sufficiente. Il Parlamento ha richiesto un ulteriore inasprimento. Il prelievo sarà progressivo, nel senso che l’aliquota sarà del 3% per i redditi compresi tra i 250.000 e i 500.000 euro e del 4% per i redditi superiori ai 500.000 euro. Il governo ha accettato la proposta del Parlamento.

Quindi con questo nuovo cambiamento il numero dei contribuenti aumenterà in modo significativo: passerà da 4.500 a 20.000 e il gettito atteso da 200 milioni a 400 milioni di euro. Quanto sta avvenendo in Francia non può che stimolare il confronto con la situazione italiana.

Una parte consistente dei parlamentari del Pdl sta fortemente spingendo per l’adozione dell’ennesimo condono, doppio, fiscale ed edilizio. Le resistenze nei confronti dell’ipotesi di una patrimoniale, anche "mini", sono invece nel centrodestra italiano molto diffuse.

Del resto in Italia, in considerazione della maggiore evasione fiscale, è più giustificata una patrimoniale piuttosto che un’imposta sui redditi più alti. Comunque a parte questa diversità tra la situazione italiana e quella francese per quanto concerne la natura dell’imposta che potrebbe, anzi dovrebbe, colpire, i più ricchi, c’è una diversità ancora più grande tra il centrodestra di casa nostra e quello d’oltralpe: il secondo si rende conto che le risorse finanziarie per ottenere il pareggio di bilancio e per rilanciare la crescita non devono essere prelevate solo dai ceti economicamente più deboli.

Il primo, il centrodestra "de noantri", è un novello Robin Hood, alla rovescia però. Infatti negli ultimi anni le diseguaglianze nel reddito sono in Italia aumentate considerevolmente. E aumenteranno ancora se l’attuale governo non verrà definitivamente mandato a casa.


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