La Corte Suprema e il nostro futuro

par Paolo Carlodalatri
lunedì 10 aprile 2017

Una immagine grafica di tutte le nazioni del mondo messe in ordine di importanza, potrebbe essere una piramide, con pochi paesi al vertice e molti alla base. L’immagine suggerisce d’immediato come quello che succede al vertice sia importante per chi sta alla base.

L’elezione di un magistrato alla Corte Suprema di un paese dominante, magari di quel paese che per l’Europa è il più importante, è oggi nelle menti di molti europei, così come lo sono le domande che sono state fatte nei dibattiti propedeutici alla sua elezione. Costui dovrà orientare la Corte Suprema e le decisioni di tale corte, in un sistema mondiale di stati costituzionali, sono importanti per tutti.

Il magistrato recentemente nominato alla Corte Suprema ha sostenuto ripetutamente che il giudice deve applicare la legge nel modo più stretto e letterale possibile. Il principio dominante è : interpretare alla lettera la legge. Se la legge porta a delle contraddizioni i cittadini devono appellarsi al legislatore, il giudice non fa le leggi, le applica.

Questa affermazione è chiara ma nessuno ne ha tratto le conseguenze. Certo che molti di quelli che combatterono contro il nazismo e contro l’infamità dei campi di sterminio oggi sono morti o sono così anziani da non aver certo voglia di combattere ancora. Ma cosa c’entrano il magistrato e la corte suprema con il pericolo dell’ideologia nazista? E’ che il nazismo si appoggiava all’odine ed alla legge. E’ che i giudici dell’epoca applicavano la legge in modo stretto e letterale. E’ che Hitler, come Mussolini, era stato eletto.

Se ora si volesse sintetizzare grossolanamente il processo di Norimberga si vedrebbe come tutti gli accusati si difesero dicendo di aver seguito le leggi del loro paese e accusando a loro volta i giudici di essere nell’illegalità. Essi, si ripete ancor oggi, seguirono alla lettera la legge. Anche l’uomo della strada dell’epoca non capiva, né ancora oggi vi è unanimità su tale processo. Almeno a livello dottrinale. Fu allora che si affermò, a livello mondiale, che il magistrato NON SOLO deve seguire strettamente la legge. Il magistrato non è una macchina. Il magistrato ha il dovere di difendere i diritti umani universali e deve difenderli anche quando tali principi entrano in conflitto con l’applicazione letterale della legge, che pure è il suo primo dovere. Deve anche controllare, ogni volta che la applica, di non andare contro i diritti umani riconosciuti universalmente, e molti di essi oggi travasati anche nei codici.

Quindi, sulla base di certi diritti umani precedenti od esterni all’ambito giuridico o in certo senso riconosciuti allora solo da poche nazioni, violati con il genocidio di ebrei, zingari, di altre razze e settori della popolazione considerate inferiori, sulla base di tali diritti, i criminali di Norimberga e dei campi di sterminio vennero condannati. Tuttavia in base alla legge tedesca di quell’epoca, in base alla sua applicazione letterale, si sarebbero dovuti assolvere TUTTI gli accusati.

Tornando ad oggi e al magistrato di cui sopra, parliamo di una condanna al licenziamento di un autista che per non morire assiderato in una tormenta ha staccato il trailer e se ne è andato lasciando il trailer, che aveva i freni bloccati dal gelo, abbandonato per strada. Se il suo contratto di lavoro impedisce di staccare la motrice ed andarsene cosa deve fare nel caso in cui percepisca il rischio di morire a causa di un abbassamento di temperatura? Il rischio è di morire assiderato in cabina. Giustamente l’uomo stacca la motrice e porta se stesso e la motrice lontano dal pericolo.

Ecco a quel punto il giudice deve ponderare la legge, in questo caso il contratto, e taluni principi come il rispetto della dignità umana, il rispetto della vita altrui e della propria, e magari anche di altre considerazioni, non invocate magari dagli avvocati, ma che vanno introdotte d’ufficio , sul suicidio (praticamente lasciarsi morire congelati è un suicidio), sulla induzione al suicidio (praticamente costringere uno a morire assiderato sotto minaccia di licenziamento è induzione al suicidio se non tentato omicidio), ed altre ancora sul diritto al lavoro e tante altre ancora. E sempre sul lavoro mancano o non sono state riportate dalla stampa le considerazioni sulla sicurezza del camion, l’efficienza degli impianti di frenaggio, se il camion era attrezzato per il percorso ed i rischi che poteva affrontare.

Si tratta di una singola sentenza: essa deve far riflettere sull’applicazione letterale della legge, che tal giudice in questo caso difende. Quello che importa è che se si accetta che una corte suprema accetti che la lettera della legge prevale sui principi, allora significa che essa stessa potrà anche lottare CONTRO tutte le convenzioni internazionali e contro i principi fondamentali della costituzione che dovrebbe difendere e su tutti i trattati sui diritti dell’umanità firmati dal 1945 in poi, che saranno tutti subordinati allora alla lettera della legge dei luoghi in cui dovrebbero essere applicati.

Tutto questo scatena serie preoccupazioni per il nostro futuro, per l’uso delle guerre come mezzo per sanare conflitti interni o per avere sempre sottomano dei veterani. Se poi lo si collega a certe affermazioni sulla tortura potremmo pensare addirittura che il diritto non stia viaggiando verso il medioevo ma verso il mondo che lo precedette.

E siccome nel ragionamento svolto non vi è traccia di principi morali o religiosi o sociali, sembrerebbe addirittura un viaggio verso una landa popolata dai mostri del puro positivismo, lontano da ogni contrappeso o riferimento morale.

 

Paolo Carlodalatri


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