La Cina è una "potenza" finanziaria non solo economica

par Paolo Borrello
giovedì 20 gennaio 2011

Gli Stati Uniti mantengono alta l'attenzione sullo yuan e ribadiscono, a poche ore dall'arrivo del presidente Hu Jintao a Washington, la propria posizione: Pechino ha fatto piccoli passi ma deve fare di più per rivalutare il renminbi. Il pressing incalzante arriva mentre il Tesoro conferma che la Cina è il primo creditore estero americano con 895,6 miliardi di dollari in novembre, l'1,2% in meno rispetto al mese precedente. La potenza cinese sul debito americano si va ad aggiungere all'ascesa di Pechino in Europa, con l'impegno ad acquistare bond portoghesi e a intraprendere “azioni concrete per aiutare alcuni paesi europei a far fronte alla crisi del debito sovrano”.

Gli squilibri commerciali, il cambio dello yuan, i diritti umani e le questioni geopolitiche, con l'ascesa della forza militare cinese saranno al centro del confronto, con la Cina ancora restia ad assumere il ruolo dominante nell'economia mondiale che sembra spettarle. I numeri della potenza cinese non lasciano adito a molti dubbi: negli ultimi due anni Pechino ha prestato alle altre economie più di quanto abbia fatto la banca Mondiale. In base ai dati del Financial Times, la China Development Bank e la China Export-Import hanno concesso almeno 110 miliardi di dollari nel 2009 e nel 2010, a fronte degli impegni per prestiti per 100,3 miliardi di dollari della banca Mondiale fra la metà del 2008 e la metà del 2010. L'ammontare record prestato dalla Cina ha spinto l'istituto di Washington a cercare strade per cooperare con Pechino così da evitare un aumento della concorrenza sui finanziamenti. E proprio la concorrenza e la competizione è uno dei tratti del rapporto fra Usa e Cina. “C'è collaborazione ma anche competizione e, come in molte relazioni bilaterali, in questo vediamo benefici ma comprendiamo anche la difficoltà delle sfide di fronte a noi” spiega il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs. “Riteniamo che Pechino debba fare di più. E questa è un'opinione non solo del nostro paese ma condivisa anche da altri” aggiunge. I cambi, insieme agli scambi commerciali e ai diritti della proprietà intellettuale, saranno al centro dell’incontro di Obama e di Hintao con i business leader americani e cinesi.

In agenda anche l'energia con i due paesi che cercano una maggiore collaborazione nel campo dell'energia pulita. Una collaborazione non facile, visto il recente reclamo presentato alla Wto da Washington per gli aiuti all'eolico concessi da Pechino. la ricerca di un'intesa in questo senso segue l’accordo di general Electric con la cinese Huadian che si tradurrà in 500 milioni di ricavi nei prossimi 5 anni. I dati citati all’inizio dimostrano che ormai la Cina è anche una potenza finanziaria, non solo economica. E la sua importanza sul piano finanziario è stata esaltata dalla crisi del debito che ha interessato diversi paesi occidentali. Molto probabilmente le difficoltà di questi paesi sarebbero state maggiori se la Cina non avesse acquistato le quantità di titoli pubblici di altri paesi che ha effettivamente comprato. Senza dubbio la Cina non ha fatto un “piacere” a questi paesi: è stata attratta dai rendimenti profittevoli di questi titoli. Comunque tuttò ciò rende quei paesi più dipendenti dalla Cina di quanto non lo erano in precedenza, anche perché la dipendenza finanziaria, in questi frangenti, è senza dubbio maggiore di quella economica.


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