La Chiesa non fa politica (risate di sottofondo)

par paolodegregorio
lunedì 31 dicembre 2012

A giudicare dal rammarico che B. esprime per aver perso l’appoggio del Vaticano (“con tutto quello che ho fatto per loro!”), il peso politico della Chiesa conta, eccome! Oggi si sposta dall’immorale Cavaliere al pio Monti, che va a Messa tutte le domeniche, e non si dimentica di aumentare i fondi statali per le scuole cattoliche e non applicare l’odiata IMU agli edifici di proprietà vaticana.

Ricordiamo che la Chiesa cattolica in Italia è l’organizzazione più presente su tutto il territorio, non solo con le parrocchie con annessi oratori, campi di calcio, cinema, teatri, ma con università, collegi, scuole private, ospedali, televisioni, radio, giornali, capace di orientare il pensiero di milioni di italiani e anche il loro voto, che storicamente dal 1948 ad oggi è andato sempre al centro-destra.

Il maggiore “vulnus” alla laicità dello Stato e alla democrazia è rappresentato dall’esistenza di una organizzazione così potente, che, pur non essendo un partito politico, “consiglia” ai suoi fedeli chi votare, con risultati notevoli, visto che il centro-destra vince in Italia da 60 anni con solo piccoli incidenti di percorso.

Se vogliamo far finire l’ingerenza vaticana nella politica italiana vi è un solo metodo: bisogna annullare i Patti Lateranensi, l’8 per mille, e qualunque provvidenza economica che può essere decisa dalla politica a favore del Vaticano, separando così realmente lo Stato Laico dalla Chiesa Romana, che deve affidarsi di più alla provvidenza divina e agli oboli dei suoi seguaci, senza far pesare sulle tasse dei cittadini la manutenzione delle sue chiese e delle sue scuole.

Aspettiamo con ansia che un partito politico metta nel proprio programma l’abolizione di qualunque rapporto economico tra Stato e Chiesa, visto che la più bella Costituzione del mondo, cantata dal milionario Benigni, non ci ha messo al riparo dalla ingerenza dei preti, per di più pagata dalle nostre tasse.


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