La Calabria reagisce, l’Italia no

par Francesco
lunedì 26 ottobre 2009

In una regione con tanti problemi, il primo dei quali è la sua classe dirigente, la manifestazione di Amantea è una boccata d’aria fresca. Migliaia di persone sono scese in piazza, lo scorso sabato, per chiedere verità e giustizia sulle "navi dei veleni", cariche di rifiuti tossici e radioattivi, affondate lungo le coste della Calabria. Lo scandalo in realtà non riguarda soltanto una regione del Sud, anche se la solita ipocrisia italiana incoraggia questo modo di pensare.

Le navi dei veleni erano partite da La Spezia e da Livorno, cariche di rifiuti tossici che provenivano dal Nord, e forse non solo dal Nord Italia ma da tutta Europa. Le navi non sono state affondate soltanto in Calabria infatti, ma anche in Liguria e in chissà quanti altri mari italiani.

La storia è sempre la stessa che abbiamo visto anche in Campania con il problema rifiuti: le organizzazioni criminali locali forniscono per così dire un servizio nazionale a vantaggio proprio e dei loro clienti al Nord, e a svantaggio della popolazione locale che morirà avvelenata dai rifiuti.

Questa vicenda dovrebbe far crollare due miti che hanno resistito per troppo tempo. 

Uno è l’idea romantica spesso sostenuta dalle organizzazioni mafiose per cui loro sarebbero una sorta di rete di protezione della popolazione locale contro il potere centralizzato o nordista, che si rivela una totale menzogna. Le mafie si alleano con i peggiori inquinatori del Nord per distruggere la loro stessa terra. Le mafie infatti non hanno nulla di giusto, buono o romantico, sono solo una banda di delinquenti senza scrupoli disposti a vendere il futuro della propria terra e la vita della gente che la abita per il potere e il denaro.



L’altro mito completamente stupido e infondato è quello per cui le organizzazioni mafiose sarebbero un problema locale di Calabria, Sicilia, Puglia e Campania. Le mafie sono invece un problema nazionale ed anche europeo, perché la droga, le armi e i rifiuti li commerciano in tutto il mondo, non soltanto nel Sud. E i rifiuti tossici, industriali e radioattivi in particolare non vengono dal Sud Italia povero di industrie, ma dal Nord e dall’Europa industrializzata che grazie alle mafie trova un sistema economico per smaltire l’enorme quantità di veleni che produce. 

Il problema è locale solo nella misura in cui nel Sud Italia per troppo tempo è mancata una coscienza civile e politica in grado di ribellarsi a questo stato di cose. Finora purtroppo anche le reazioni civili sono state troppo limitate nel tempo e nella partecipazione.

La ribellione dei giovani siciliani dopo gli omicidi di Falcone e Borsellino e dei giovani calabresi dopo l’omicidio Fortugno e il caso De Magistris hanno creato e incoraggiato movimenti come quello di Libera, ma non bastano.

La mobilitazione dovrebbe essere molto più ampia e radicale per liberare una buona volta il Sud Italia da una classe politica ed economica compromessa e connivente. E questa mobilitazione dovrebbe avvenire anche a livello nazionale, perché è ora che l’Italia si renda conto che le organizzazioni mafiose sono una minaccia per tutti, sono il cappio che strangola questo paese e gli impedisce di essere un luogo dove si possa avere un pò di verità e un pò di giustizia.


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