La Boldrini ridà dignità alla Stato, tra le nebbie del Quirinale

par enzo sanna
mercoledì 10 luglio 2013

Di fronte alla colpevole assenza del Presidente della Repubblica, il vuoto lasciato è riempito dalla Presidentessa della Camera, Laura Boldrini. C'è dunque di che riflettere per chi con Napolitano condivide le radici politiche.

Doverosa premessa: al fine di sgombrare il campo da inappropriate congetture o considerazioni, si prenda atto che lo scrivente si pregiava di appartenere, nell’antica militanza nel PCI, alla cosiddetta “corrente migliorista” della quale fu ispiratore l’attuale Presidente Napolitano. Non si ipotizzi, pertanto, che le critiche nei confronti del Presidente della Repubblica, contenute nel presente articolo, provengano da un suo detrattore. Tutt’altro. L’attuale ragion del contendere deriva dal dignitoso rifiuto della Presidente della Camera Boldrini all’invito provocatorio (così definito propriamente dalla Camusso) dell’amministratore delegato della FIAT Marchionne a visitare lo stabilimento in Val di Sangro.

Il rifiuto della Boldrini ha fatto seguito alla sentenza della Consulta in merito a una parte dell’art. 19, Statuto dei lavoratori, dichiarata illegittima e anticostituzionale e tale, di conseguenza, il comportamento della FIAT nei confronti della FIOM. Chi scrive ebbe già modo di rappresentare, in un vecchio articolo, il criticabile atteggiamento del Presidente Napolitano, ante rinnovo mandato, in cui veniva ignorato dalla Presidenza della Repubblica l’ignobile quanto arrogante e discriminatorio comportamento di Marchionne sulle rappresentanze sindacali, con i censurabili atti illegittimi nei confronti dei tesserati FIOM. Le sentenze della magistratura ordinaria e gli ultimi pronunciamenti della Corte costituzionale danno palese ragione alla FIOM. 
 
Non sembri fuori luogo chiedersi se il Presidente della Repubblica, quale primo garante della Costituzione, non abbia nulla, ma proprio nulla, da commentare in merito e, magari, di cui dolersi, visti anche gli inciampi non troppo remoti in materia costituzionale. Eppure la Presidenza della Repubblica non esitò un solo istante ad acquisire gli atti relativi alla vicenda che vedeva coinvolto quel tale Sallusti, direttore di giornale dai non proprio limpidi attributi, perseguito sia dalla magistratura che dall’ordine professionale, e neppure si è posto problemi a ricevere un personaggio, il ben noto Cavaliere, fresco di condanna per reati da ritenersi indegni in una qualsiasi società civile, tali da relegare il condannato in luoghi a quei reati consoni, tranne che in Italia
 
Verrebbe da rivolgere una domanda schietta a Napolitano: “Giorgio, di chi sei presidente?”. Non appaia ciò irrispettoso, ma solo conseguente ai comportamenti e agli atteggiamenti oggettivi nella assoluta dimostrabilità. Insomma, il Presidente Napolitano rischia di rappresentare oggi, piaccia o non piaccia alla gente di sinistra e tra gli applausi di quella di destra, l’emblema di quell’alta borghesia parassitaria che ritiene i poteri dello Stato suoi strumenti atti a ratificare, rafforzandolo, il proprio dominio sul “volgo”, operai FIOM compresi. 
 
Ben venga, dunque, una Boldrini capace di lanciare un messaggio inequivocabile, tale da far comprendere a Marchionne che lo Stato non può essere considerato affar suo e, di conseguenza, a Napolitano che la Corte Costituzionale riesce ad esprimersi nonostante il colpevole torpore su alcune materie dal quale lui sembra essere affetto, non da oggi. E poi, la dimostrazione che la FIAT di Marchionne abbia imbucato una strada perversa, finanche eversiva, trova conferma nell’ultimo ignobile quanto provocatorio e cafonesco atto di rifiuto alla partecipazione di propri dirigenti al convegno sul lavoro promosso dal vescovo di Nola, accusato di stare “dalla parte dei violenti”, mentre lui, Marchionne, che violento non è, sbeffeggia la magistratura e tenta di eludere l’applicazione delle sentenze, nell’indifferenza della Presidenza della Repubblica.
 
In conclusione, è chi scrive a dover nutrire oggi seri dubbi circa la propria antica militanza oppure è il Presidente Napolitano ad aver abiurato alle sue stesse idealità? Sarà la storia a dare la risposta. Intanto il sottoscritto recupera un briciolo della vitalità e della passione di altri tempi e invita a urlare: “Dieci, cento, mille Boldrini!”. Lei, new-old Presidente Napolitano, continui pure a tacere quando sono in gioco i diritti costituzionali oppure vicende determinanti quali quelle relative agli F35. Buona prosecuzione di mandato.

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