La Biografia Non Autorizzata di Beppe Grillo

par Damiano Mazzotti
venerdì 23 gennaio 2009


Buondì… Oggi vi segnalerò una biografia snella e provocatoria sul personaggio chiave dell’Antipolitica italiana: Beppe Grillo. In “Beppe Grillo. La biografia non autorizzata del comico che fa tremare la Casta” (www.alibertieditore.it, 2007, www.blogaliberti.it), si può ripercorrere la carriera del provocatore e del populista con l’aspirazione ripulista (gli autori sono Paolo Crecchi e Giorgio Rinaldi). La biografia autorizzata è invece questa: “Tutte le battaglie di Beppe Grillo”.

Inizio col parlare di una delle "guerre" di Grillo più dimenticate, quella contro la pubblicità: “I misfatti più grandi di molti uomini Fininvest e dei loro amici sono proprio quelli commessi in modo legale… Il peggiore è stato il prelievo di decine di miliardi di euro in un paio di decenni “dalle tasche degli italiani” – anche di quelli che non guardano le loro televisioni – che hanno comprato e comprano i prodotti della pubblicità. Del prezzo pagato dal consumatore infatti una percentuale consistente è risucchiata dal prelievo per finanziare la macchina pubblicitaria, la più iniqua delle “tassazioni” sui consumi”. Poi c’è la guerra contro l’informazione pilotata dai finanziamenti di Stato, che ha ignorato il suo Vaffanculo Day dell’8 settembre 2007 a Bologna: di cui sono stato testimone dell’imponenza e della disciplina della massa dei presenti.

E ancora c’è la guerra contro i politici condannati e non solo. Così Grillo si è deciso a fondare le proprie liste civiche attraverso la rete: i Meet Up (ho partecipato proprio l’altroieri ad un loro affollato incontro dove avevano invitato Marco Travaglio). Ma visti le precedenti invettive contro i computer, chi è l’uomo che ha convertito Grillo alla fede Internettiana? Il responsabile è un esperto delle tecnologie internet, Gianroberto Casaleggio, che gli cura tutta “la sua produzione”: libri, video e Web (che oscilla tra la nona e la dodicesima posizione dei blog più visitati al mondo, con un indotto economico notevole).

Che dire: Grillo “dando l’assalto ai comuni, sembra ignorare che gioca su un terreno sfavorevole: in trasferta e non in casa. Si, perché il ceto politico locale è il più immune dalle colpe che Grillo attribuisce al palazzo…” (forse era vero in passato, ma io oggigiorno non ci metterei la mano sul fuoco). Di certo le leggi elettorali per le consultazioni locali non lasciano scampo: il sistema maggioritario che riguarda le città sopra i quindicimila abitanti aumenta la vittoria della lista più forte, con un maggior numero di consiglieri per il premio di maggioranza, che va a danno del secondo e di tutti gli altri, che sono quindi ridotti all’insignificanza. Forse “il capocomico Grillo adotta la tattica dell’impresario di Broadway che ha sempre provato il suo allestimento sui palcoscenici di provincia prima di affrontare i critici e il pubblico della Quarantaduesima Strada”.

Di sicuro su una cosa ha ragione: in ogni Nazione il governo è il suo involontario maestro, e nel bene e nel male, educa l’intero popolo con il suo esempio…

Ma ora vediamo cosa pensano di lui alcuni personaggi famosi:

Dino Risi: “La cosa che gli è riuscita meglio è la sua svolta antipolitica: è più attore oggi che fa politica di quando tentava di fare l’attore. Credo guadagni un sacco di soldi adesso. Attenzione però: non c’è niente di Grillo nel personaggio che interpreta”.

Maurizio Crozza: “L’iniziativa di Beppe è grande, un movimento dal basso, da internet, una sollevazione popolare mondiale”.

Gino Vignali (della ditta Gino & Michele): “Le richieste di Grillo sono tutte sacrosante. Ma non escluderei… che molli il colpo, come è successo anche per Moretti”.

Daniele Luttazzi: “Se parli alla pancia, certo che riempi le piazze, ma non è “democrazia dal basso”: al massimo è flash-mobbing. C’è un’ambiguità di fondo quando un comico si erge a leader di un movimento politico volendo continuare a fare satira… La satira è contro il potere. Contro ogni potere, anche quello della satira” (e la vita è fatta di ambiguità e di contraddizioni continue).

Lando Buzzanca: “Se un comico arriva a condizionare la politica, c’è da preoccuparsi. L’interferenza cabarettistica è l’ultima goccia di una politica malmessa”.

Alessandra Mussolini: “Grillo, attraverso internet e il suo blog, ha fatto un lavoro di ascolto, cosa che il politico non fa più”.

D’Alema: “Voglio vedere quanti voti prenderà. Strano che parli male dei partiti e poi voglia fondarne uno”.

Flavio Briatore: Grillo chiede di fare largo ai giovani: “loro potranno cambiare le cose perché hanno già toccato la flessibilità e la creatività sul lavoro… Abbiamo avuto due candidati premier ormai settantenni, mentre negli altri paesi i primi ministri vanno in pensione a cinquant’anni”.

Luca Cordero di Montezemolo: “Io non sono tra quelli che credono che tutti i mali del Paese siano della politica, altrimenti entriamo in un populismo e una demagogia troppo facile. A risolvere i problemi dell’Italia con i vaffanculo non ci credo”.

Giovanni Sartori (studioso e costituzionalista): “Grillo ha trovato uno strumento, uno scalpello, leggero. Facile per lui da attivare, e che può scardinare la casta. Basta creare liste civiche di non iscritti ai partiti” (pag. 20). Poi per essere precisi la demagogia è l’arte di trascinare e incantare le masse, invece il populismo indica una democrazia “immediata” che nasce dal basso e che, per questo, è l’esatto contrario della demagogia (pag. 108).

Enrico Mentana: “Di Grillo ce ne occuperemo. E’ come nel ’92: chiunque fa partire un treno contro la politica vince. E questo vuol dire che la gente ne ha le scatole piene”.

Jeff Israely (corrispondente del Time a Roma): “Il termine antipolitica è un bluff: in democrazia esiste solo la politica, con il consenso o il dissenso, l’interesse o il disinteresse che genera”.

Comunque Edmondo Berselli che ha curato la prefazione del libro ha scritto: “Per ora… si tratta di osservare da vicino, per capire meglio lo stato nascente di un processo largamente imprevisto". E bisogna cercare di "comprendere se tra la figura imponente, e anzi ingombrante, di Grillo e la società italiana c’è un terreno politico da occupare, oppure se l’attore Grillo, il comico grillo, il populista Grillo, è più il prodotto di una crisi che non la leva di una soluzione possibile”.

E ora, per chiudere in bellezza vi regalo alcune delle migliori battute del comico genovese: “Ho sei figli, e mia figlia mi ha detto: voglio fare un provino a Saranno Famosi. Sapete, quella trasmissione del marito di Costanzo. Le ho detto: ma perché non ti droghi come tutti gli altri e la facciamo finita?”; “Ho 52 anni… Sono l’ultimo della mia generazione che ha dovuto obbedire ai genitori e il primo che deve ubbidire ai figli”; il giorno del mio matrimonio “è stata la serata in cui ho guadagnato meno in tutta la mia vita”; “La democrazia cristiana non è un partito, è un vizio”; “Una delegazione di socialisti in Cina. Craxi dice a Martelli: sai, qui sono tutti socialisti. Martelli: proprio tutti? Craxi: certo tutti. Martelli: scusa ma… se sono tutti socialisti… a chi rubano?”.

E così invece succede da noi: mezza Italia vive di politica (con l’indotto delle famiglie degli imprenditori e degli amministratori corrotti e corruttori) e sarà così finché l’altra mezza Italia non finirà i soldi… E alzate tutte le nebbie psicologiche milioni di italiani appariranno finalmente per quello che sono: dei grandi stronzi figli d’italiana…

E voi cosa pensate dell’attività politica di Grillo? Attendo i vostri eventuali commenti…

 

P.S. L’opera a due mani rende difficile capire chi è l’autore delle varie considerazioni, ma forse rende più facile l’evitare i tentativi di querela per trovare il responsabile di eventuali imprecisioni.


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