La repubblica delle ronde

par ALESSIO STAZI
sabato 4 luglio 2009

L’articolo è una critica ad un provvedimento specifico del pacchetto sicurezza: la formazione di ronde cittadine. Come noterete la conclusione è “aperta”, mi piacerebbe quindi che dalle domande finali parta un confronto sul tema trattato o in generale sul ddl approvato definitivamente il 2 luglio.

Attesero 28 giorni i Fasci di combattimento, da piazza San Sepolcro, per far esplodere la loro violenza e aggressività in quel 15 aprile 1919 conclusosi con l’assalto all’<<Avanti!>>. Il clima d’intolleranza e violenza crebbe giorno dopo giorno, i cittadini italiani si trovarono sempre più uno contro l’altro. Nel solo primo semestre del 1921 si riportarono: 726 incursioni contro giornali, case del popolo, camere del lavoro, sezioni socialiste, biblioteche, sindacati e circoli culturali. Negli anni molte furono le vittime della violenza fascista, dagli anonimi oppositori a quelli noti: Gramsci, G. Amendola, Gobetti, Rosselli, Matteotti e Minzoni. Fu guerra civile.

Le squadre d’azione fasciste ebbero successo nelle loro azioni punitive anche grazie al tacito consenso delle forze dell’ordine e del Governo che consideravano quei ragazzi in camicia nera dalla loro parte. Le ronde fasciste lottarono contro ogni soggetto identificato come nemico per poi impadronirsi dello Stato. Si dice che la storia si ripete ma non lo fa mai nelle stesse forme.

Alla luce dell’approvazione del pacchetto sicurezza - 2 luglio ’09 - questa tesi sembra confermata. Oggi, diversamente da “ieri”, è lo Stato che con l’approvazione definitiva del ddl 733-b permette la formazione di ronde.

L’esercizio della forza e la salvaguardia dell’ordine pubblico sono competenze esclusive dello Stato, dove la forza ne costituisce il carattere distintivo. Una delle riflessioni più importanti sul rapporto “ronde del ventennio – Stato” mette in luce come queste si siano nel tempo appropriate della forza, violando il “monopolio statale”. Il ddl 773-b può esser considerato come una cessione di parte di queste competenze, o senz’altro si possono considerate poste le basi di un pericoloso co-uso della forza e della giustizia. Nel concreto, contro chi agiranno e per cosa lo scopriremo solo quando le ronde entreranno in azione ma già da adesso credo che la formazione di queste “associazioni di volontari” sia un pericolo per la liberta di tutti, una minaccia per gli immigrati e un potenziale ritorno all’esercizio in proprio della violenza. A quando il primo assalto? Fra quanti giorni la triste notizia di un abuso di potere da parte della ronda cittadina. Che invidia proveranno gli arruolati nelle ronde, pensando ai loro lontani “cugini del ventennio”. Lo Stato li “getta” nelle strade e non gli fornisce neanche un manganello, permettendo solamente l’uso di un non certo vigoroso spray irritante. E pensare che i “cugini del ventennio” al manganello dedicarono anche un inno ed un santino, per quanto fosse un loro caro amico:
 

O tu santo manganello
tu patrono saggio e austero,
più che bomba e che coltello
coi nemici sei severo;
Di nodosa quercia figlio
ver miracolo opri ognor,
se nell’ora del periglio
batti i vili e gli impostor.
Manganello, Manganello
che rischiari ogni cervello,
sempre tu, sarai sol quello
 che il fascista adorerà.[…]
Tu dal Brennero al Suello,
dal Quarnaro al Ticino,
taumaturgo Manganello
più di Dante sei divino,[…]
Dove è nato Garibaldi,
dove è morto Corridoni,
ne disertori ne ribaldi
non saranno mai padroni;
Cinquecentomila morti
Ben c’impongono il dovere,
di non tollerare i torti
che alla Patria fa uno stranier.
Manganello, Manganello
che rischiari ogni cervello,
ogni eroe dal suo avello
l’opra tua benedirà.
SQUADRISTA


In una Italia in cui lo squadrismo invase la società: dai Sempre pronti (nazionalisti in camicia azzurra) agli Arditi del popolo nati per fronteggiare le camice nere, il Fascismo si consolido e arrivò al potere. Gli Italiani si ritrovarono cosi per qualche anno protagonisti di una guerra civile, poi il PNF si fece Stato e fagocitò l’intera società civile. Non riesco a credere che la storia si possa ripetere, che fra poco avremo ronde diffuse nell’intero territorio nazionale e magari di svariati “colori politici”: dalle verdi alle nere e perché non, prima o poi, di risposta, le rosse.
 
Si è letto nei giorni passati che alcuni di questi futuri partecipanti alle ronde si dichiarano nazionalisti. Ma di quale nazionalismo stiamo parlando? Un nazionalismo patriottico legato al concetto di libertà e rispetto tra i popoli o caratterizzato dalla presunzione di superiorità, dall’odio e dal razzismo.
Mi chiedo: chi ci assicurerà che questi cittadini sprezzanti del pericolo in poco tempo non si sentano legittimati ad armarsi seriamente, oltre al timido spray irritante per la difesa personale? A presto un nuovo inno?
 
Quando un comune cittadino si opporrà, perche questo accadrà, all’operato delle ronde come si comporterà lo Stato? Costui diverrà un nemico? L’Italia ha bisogno di altre fratture e divisioni all’interno del suo popolo?
 
E se le ronde proliferassero giorno dopo giorno, una contro l’altra? Cosa ne sarà dell’ordine pubblico che queste dovrebbero aiutare a difendere? E se ogni partito o associazione creasse la propria ronda? Cosa diventerebbe l’Italia: il “far west”?
Troppe domande. Ma una cosa è certa, oggi si è scritta un’altra pagina nera nella storia italiana.

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