L’ultima, ennesima, pandemia

par Emilia Urso Anfuso
mercoledì 8 giugno 2011

Siamo afflitti ogni anno da un nuovo virus. O dalla replica di qualche vecchio virus “truccato” da nuovo. Ricordiamo l’influenza aviaria, mucca pazza, suino ammattito... Il Virus è servito: che non si dica che si restri mai orfani di ciò che è divenuto una consuetudine. Come fare la spesa, andare in vacanza o seguire le partite di calcio.

Da anni ed ogni anno, eccoci servita la nostra brava quota virulenta. Viene da pensare certamente. Ad esempio: ma come facevano decenni fa a sopravvivere quando nelle case non esistevano ancora i frigoriferi? Cosa mangiava la gente? Colonie di virus e batteri?

Eppure, quella gente che visse gli anni del boom economico e tecnologico in molti casi è ancora viva e persino vegeta anche se in età avanzata.

Ai nostri giorni invece, dove tutto è super controllato, dove ogni batterio viene eliminato addirittura col beneplacito di normative internazionali, ecco che puntuale, un nuovo virus omicida viene a trovarci. Fomentando uno stato di allarme terroristico con consguenze a volte persino più disastrose del contagio stesso.

Lo scorso anno, abbiamo assistito ad uno scandalo conclamato: il “terribile” virus H1N1 si è rivelato un falso. Una truffa. Un giochetto che ha fatto guadagnare due miliardi di dollari alle case farmaceutiche che hanno smaltito milioni e milioni di dosi di vaccino che gli stava sul groppone da un bel po'. Peraltro, adiuvato dallo squalene, di cui ho parlato ampiamente in diversi articoli pubblicati.

La Polonia disse NO ai vaccini. La Germania comprò vaccini adiuvati per la popolazione e vaccini col solo principio attivo per i componenti del Governo e gli eserciti. Insomma: per la gleba, i vaccini scadenti e pure pericolosi, per i “vip” al massino una punturina che non fa né male né bene. Bella roba.

Dai e dai, comunque, l’OMS, che dovrebbe essere un’organizzazione garante super partes, è stata messa sotto inchiesta. La motivazione? Procurato allarme e sostegno alle case farmaceutiche. Il che, in parole povere, significa che chi ci dovrebbe garantire il bene più prezioso – la Salute – ha garantito solo gli interessi economici. Da brividi.

Ovviamente, dopo uno scandalo di tale portata, non poteva anche quest’anno comparire dal cappello a cilindro un nuovo virus influenzale, il killer pandemico dell’anno. No. Ma ecco che per magia si materializza un batterio. Killer. Di natura sconosciuta al mondo scientifico. Eravamo preoccupati...

All’inizio ci hanno fatto pensare che il batterio si annidasse nei cetrioli esportati dalla Spagna ed importati in Germania. Col passare dei giorni, ecco materializzarsi il batterio omicida negli innoqui germogli di soia. Ovviamente, nessuno ha conferme esatte. La Russia sopsende preventivamente gli scambi agroalimentari con il resto dellì’Europa. La Spagna chiede i danni per il calo di immagine, i morti restano senza dubbio l’emblema di un Sistema che auto genera i suoi mali. In troppi casi.

Ordunque: nella società del futuro, nello sviluppo delle tecnologie e della scienza, torniamo ad essere poveri esseri fragili. Attaccabili da tutto. Ed ad alto rischio di mortalità. Non siamo in grado nemmeno di valutare cosa possa decimare l’Umanità.

Ed il dubbio che la mano dell’Uomo si frapponga fra la sicurezza mondiale ed i mostruosi interessi economici di pochi, è quasi scontato.

Ormai si sa: chi ci garantisce il garante? Nessuno. Perché ogni organismo garante, è pagato – guarda caso – dalle stesse lobby che dovrebbe controllare. Oms compresa.

A noi resta il dubbio su ogni cosa. Ed a qualcuno torna in mente pure la satanica Lady Sars che creava virus mortali in laboratorio. Perché mai oggi non dovrebbe esserci qualche trama nella reiterazione di virus e batteri incontrollabili che a scadenza quasi fissa infestano il mondo intero? E’ un dubbio. Che forse non ci chiariranno mai.

Nel frattempo, continuiamo a lavarci le mani e non perché siamo preda del batterio killer, ma perché da sempre ci insegnano che le mani si lavano, specialmente dopo aver usato la toilette. E ci mancherebbe altro.


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