L’onda lunga del cambiamento
par Antonella Policastrese
martedì 20 maggio 2014
Ciò che non torna è questo continuo sottovalutare le persone che mostrano il loro dissenso attraverso uno strumento legittimo, ossia il movimento, per amplificare le voci e farle diventare un boato, capace di smuovere le montagne. Per chi ancora crede che queste elezioni non abbiano carattere politico è bene che si svegli dai propri sogni patinati per ritornare ad ascoltare una società in affanno, dentro la quale si agitano le tante anime di chi ha deciso di mettersi in viaggio per affrontare le sfide di un mare aperto mettendo in conto i pericoli della navigazione e tutta la voglia di andare avanti pur di approdare su una nuova terra, capace di accogliere uomini e donne che vogliono costruire e non lasciare i campi alla gramigna che soffoca il raccolto.
Chi ha predisposto le cose in modo diverso, incoronandosi tramite i voti di un partito e arrogandosi il diritto di prendere in mano le sorti di tutti, sappia che non può continuare a propinarci l'idea del Partito Comunista cinese. E' risaputo che, da quelle parti, il partito nomina i propri adepti per ricoprire incarichi e dettare le linee da accettare supinamente. E seppure in Italia quel partito è divenuto partito della "Repubblica Impopolare Italiana", c'è chi crede e vigila sulle sorti della democrazia, su una Costituzione che non può essere manovrata a seconda di come cambia il vento.