L’italiano mai nato

par Tintero
martedì 2 aprile 2013

Le ultime elezioni politiche del 24 e 25 febbraio hanno dato un risultato sorprendente per la manifestazione della voglia di cambiamento esplosa in gran parte degli italiani, stanchi del malgoverno, del malcostume, della mancanza di prospettive future.

Le trattative successive per la formazione del nuovo governo, hanno confermato gli egoismi, l’opportunismo, la mancanza di senso della Patria e di senso civico che caratterizzano l’identikit dell’italiano mai nato. I nuovi eletti del Movimento 5 Stelle hanno avuto l’opportunità di contribuire a imprimere una svolta moralizzatrice alla politica incancrenita, ma sempre granitica, condotta da individui che fanno del loro impegno in Parlamento esclusivamente un obbiettivo di gratificazione personale. Con l’atteggiamento arrogante e persino infantile dei rappresentanti del nuovo, si è confermata la regola che il senso dello Stato negli italiani è raro , ai più, sconosciuto.

La consapevolezza dell’agire per il bene comune viene sempre dopo il quesito circa il guadagno personale. In realtà, gli italiani, anche se non votano espressamente per lui, sono fondamentalmente berlusconiani, o almeno quello che il signore di Arcore e il suo credo rappresentano. L’uomo statista contro la magistratura, contro le tasse, contro la legge, fa comodo a molti. Intere aree dello stivale italico, sono cresciute, in decenni, nell’assoluta indisciplina nei confronti dell’apparato statale e delle sue norme, costruendo abusivamente, inventandosi handicap e vitalizi, considerando lo Stato una mucca da mungere. Berlusconi ha capito e cavalcato le aspettative di costoro e avuto buon gioco per imporre il suo stile di vita. Se il meridione, con la sola eccezione della piccola Basilicata, lo ha votato in massa, una ragione c’è. Le consultazioni politiche ci hanno dato la possibilità, anche se difficoltosa, di intervenire finalmente sulla legge elettorale, conflitto di interessi, ineleggibilità dei condannati etc. ma non abbiamo voluto approfittarne.

Ora ci affidiamo al buon senso di Napolitano, ma solo per ritornare a vivacchiare alla nostra maniera e con i soliti signori della politica del tornaconto, nella continua carenza di senso civico e di appartenenza a una comunità di eguali, privilegiando profitti personali e malgoverno.

 


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