L’intervento di Bernini (M5S) alla Camera, ci è costato 100 mila euro

par Emanuele Rossi
venerdì 13 settembre 2013

In occasione dell'anniversario dell'attentato dell'11 settembre 2001, Paolo Bernini - deputato Movimento 5 Stelle - ha ricordato i fatti con un intervento alla Camera, pieno di riferimenti alla Teoria del complotto. Non proprio un'analisi scientifica, che ha suscitato diverse reazioni negative. 

L'On. Paolo Bernini non è uno di quei politici che hanno segnato - e forse nemmeno segneranno - il corso degli eventi di questo paese. 

Eletto nella XVII Legislatura nella circoscrizione XI Emilia Romagna per il Movimento 5 Stelle, Bernini ha ricevuto l'attenzione della stampa per alcuni interventi basati sulla Teoria del complotto e questioni similari. Tutto successe essenzialmente dopo una sua intervista andata in onda su Ballarò il 5 marzo del 2013, in cui Bernini affermava di essersi interessato alla politica dopo aver visto Zeitgeist - il web film di Peter Joseph basato su teorie del complotto - e parlava di "microchip" installati sotto la pelle delle persone con cui il governo americano aveva iniziato a controllare i suoi cittadini.

Circostanze e affermazioni che avevano sollevato un polverone e per le quali Bernini si era poi scusato - anche se in modo un po' scoordinato. A dire il vero, Bernini fu piuttosto buffo anche durante la presentazione degli eletti - passerella in stile recita scolastica, al cospetto del preside Grillo - in cui si fece conoscere descrivendosi così: "Ciao sono Paolo, 25 anni, sono vegano e sono disiscritto dalla Chiesa Cattolica".

Poi si sono perse le sue tracce tra i meandri di Montecitorio, fino all'altro ieri alle 11:11 di mattina - neanche a farlo apposta - con un intervento intriso di complottismo con cui - passando per Pearl Harbor, Northwoods, il Tonchino, la guerra del Golfo e l'attentato di Allende, le bombe atomiche e le armi chimiche, la guerra fredda, i petrodollari, le fonti kurde che "la scorsa settimana gli hanno raccontato", e l'Ammerica che conquista il mondo - definiva la questione dell'11 settembre (era il giorno dell'anniversario) come un "inside job", un lavoro interno, di cui i responsabili sarebbero gli stessi Usa.

Con la sicurezza di chi certa roba la mastica da tempo - il saperla lunga su questi aspetti, è alla base di molta della retorica attorno alle teorie del complotto.

La mattina seguente il video è stato ripreso dai principale organi di informazione. Marco Bardazzi - digital editor della Stampa - nel condividere l'articolo scritto dal quotidiano in cui lavora, si chiedeva (testualmente): "Quanto costa agli italiani il tempo consumato alla Camera dal #M5S per raccontare questi polpettoni di stupidaggini?".

Ecco, appunto, quanto costa?

La spesa annua della Camera dei Deputati per il 2013, è conteggiata in 1.114.219.354 di euro - a parole circa un miliardo e rotti d'euro.

Il numero di sedute medio è di circa 152 (media annua degli ultimi anni, ma qui si fa un discorso medio appunto, indicativo, di ordini di grandezza), con un costo di euro 7.330.390 per ognuna.

Adesso, tralasciando lo scioccante dato della seduta del 3 aprile, durata soltanto cinque minuti - dalle 12:35 alle 12:40 - e considerando, con una valutazione per eccesso e mettendoci dentro anche le commissioni, che le sedute durino in media 8 ore (quelle di una normale giornata lavorativa) si può dire che la Camera costa circa 916.298 euro ogni ora.



Da cui si ottiene 15.271 euro al minuto.

Dal dato, per moltiplicazione, e considerando che l'intervento di Bernini è durato 6 minuti e 43 secondi, si ottiene che ci è costato circa 98.000 mila euro.

Questi numeri hanno un valore indicativo, è vero di sicuro: si tratta ovviamente di un conteggio che tiene conto dei costi della macchina-Camera e non soltanto dei singoli parlamentari eletti (la Camera ha grossi costi di mantenimento, anche perché gli stipendi dei dipendenti sono molto onerosi, se n'era parlato qui) e che il costo degli interventi non è quantificabile di fatto e ovviamente, lo sottolineo a scanso di equivoci, non è in rapporto diretto. È complessivo, come fa il pizzaiolo quando valuta il prezzo con cui vuole vendere la Margherita, tenendo conto dei costi non soltanto degli ingredienti, ma della gestione della struttura in toto.

Il fine è semplicemente di dare un ordine di grandezza: ecco, quell'ordine si aggira intorno ai cento mila euro, che mi sembrano parecchi per dire certe cose, "stupidaggini" come le ha chiamate Bardazzi - anche perché di utile, di pratico, hanno ben poco.

Tanto per dire, che visto che il Movimento 5 Stelle ha come obiettivo ultimo del proprio essere partitico, la riduzione dei costi della politica, se Bernini fosse stato zitto avremmo risparmiato cento mila euro: se non fosse stato eletto, anche di più.

Notai dati sono stati estrapolati da quelli resi disponibili dallo stesso sito della Camera (Bilancio della Camera e Statistiche parlamentari delle Camera dei Deputati). Come per ogni calcolo di questo genere, si prendono degli assunti. Nel caso, la durata media delle sedute, che è probabilmente sovrastimata - diciamo che ho voluto lavorare in sicurezza, senza eccessi e populismi, io -, e il numero annuo delle sedute stesse (visto che ancora il 2013 non è finito). 

 

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Foto: Wikimedia


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