L’incidente alla centrale nucleare di Fukushima

par Bernardo Aiello
sabato 12 marzo 2011

Pare che il terremoto verificatosi ieri in Giappone abbia causato uno spostamento dell’asse terrestre di 10 centimetri; resta da capire rispetto a che cosa si sia spostato e come sia stato misurato. Se, invece, In occasione del sisma, è stato rilevato un movimento relativo fra due zolle della crosta terrestre di dieci centimetri ?

Comunque sia di ciò terremoti, maremoti, eruzioni vulcaniche e così via dicendo non saranno una bella cosa per chi ha la sventura di imbattersi in essi, ma sono essenziali per la vita sul pianeta Terra. Perché il meccanismo che li genera, dovuto alla presenza degli strati interni del pianeta ancora caldi e liquidi ed al conseguente moto relativo delle zolle della crosta terrestre in quel fenomeno denominato in termine tecnico tettonica a zolle, è lo stesso che causa il campo magnetico terrestre; e senza il campo magnetico terrestre e la sua protezione dal vento solare, il pianeta Terra sarebbe privo di acqua e di atmosfera come il pianeta Marte. Oggi sappiamo che un tempo anche su Marte vi erano acqua ed atmosfera; molti pensano che avesse anche campo magnetico simile a quello terrestre e che poi, essendo più piccolo rispetto alla Terra, i suoi strati interni si siano più rapidamente raffreddati, provocando così la fine su di esso acqua, atmosfera e martemoti (si chiamano così gli eventi sismici sul pianeta rosso).

Dobbiamo dunque rassegnarci a convivere con terremoti, maremoti, eruzioni vulcaniche e così via.

Dovremmo, però, evitare di metterci del nostro: ad esempio le centrali nucleari. Perché saranno oltremodo sicure, ma, quando succede qualcosa, il danno può essere oltremodo grave, come l’incidente di Chernobyl ci ha insegnato. A tal proposito sono del tutto incomprensibili le notizie date dai media su ipotetici manovre di spegnimento dei reattori nucleari di Fukushima ; perché è oltremodo improbabile che una centrale nucleare abbia una chiavetta di accensione simile a quella delle nostre automobili ed essa, tsunami o non tsunami, è costretta a continuare a funzionare. Anzi, il problema della salvaguardia dei siti in cui l’energia elettrica è prodotta da reattori nucleari si allarga inesorabilmente ai siti in cui sono stoccati i residui radioattivi del ciclo di produzione, ossia le sbarre di materiale combustibile esauste. E se la produzione di energia elettrica può in tempi abbastanza ragionevoli essere interrotta, sui residui radioattivi c’è ben poco da fare: lo saranno per centinaia di anni.

Orbene, ci si chiede: Siamo certi che la produzione di energia elettrica atomica sia un modo di perseguire il bene comune, nostro e delle generazioni future? Non è forse sintomo di grettezza il volere le nostre case riscaldate a tutti i costi, lasciando a chi verrà dopo di noi un così grande debito da pagare ? Non faremmo meglio a ridurlo sino ad annullarlo l’utilizzo di energia elettrica non da fonti rinnovabili?

L’attuale governo, pur dopo il successo dei tre referendum antinucleari del 8 novembre 1987, ha assunto iniziative volte alla costruzione di nuove centrali nucleari. L’intero Paese dovrebbe riflettere su questa iniziativa al fine di valutare le opportune iniziative di contrasto, ivi comprese forme di resistenza civile nell’ambito della legalità. Questo vale principalmente per i giovani, chiamati ad un futuro atomico inaccettabile: il nostro Paese è interessato da terremoti, maremoti ed eruzioni vulcaniche proprio come il Giappone (la città in cui vive il vostro cronista è stata totalmente rasa al suolo da un terremoto seguito da un maremoto nel 1908 ; ed il vostro cronista preferirebbe ridurre significativamente il proprio tenore di vita piuttosto che aver a che fare con l’energia atomica). Dovremmo cercare di imparare qualcosa dall’incidente alla centrale nucleare di Fukushima.


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