L’età del consenso

par Emilia Urso Anfuso
mercoledì 3 novembre 2010

Quando si diventa davvero adulti? Cos’è che regola in effetti l’entrata nella società civile di un cittadino minorenne? Quali sono le normative quando si parla di atti sessuali sui minori?

Rispondendo a queste domande, si avrà un panorama più chiaro di molti accadimenti. Molti dei quali accaduti nel nostro Paese.

Bisogna sapere intanto che, in Italia, fino all’8 Marzo 1975 la maggiore età si acquisiva a 21 anni. Da questa data, l’età è scesa a 18 anni. Da ciò si evince che, fino alla metà degli anni ’70 nel nostro Paese i genitori esercitavano la cosidetta Patria Podestà fino ad un limite di età che oggi è considerato ridicolo.

Eppure, questo limite di età – i 21 anni – che oggi può far pure sorridere qualcuno, era un limite che in molti casi tutelava maggiormente i cosiddetti minori da una serie di atti più vicini al mondo più realisticamente adulto. In pratica, si attendeva un congruo numero di anni per decretare che un essere umano fosse davvero in grado di badare a se stesso.

L’abbassamento di questa soglia in molti casi ha generato scompiglio, e non pochi problemi. Nella realtà dei fatti, spesso a 18 anni si dovrebbe essere ancora inclini a seguire lo sviluppo armonico del proprio essere piuttosto che pensare ed agire da adulto vaccinato contro le asperità della vita.

Eppure, si sta persino pensando di abbassare la soglia addirittura a 16 anni. Incomprensibilmente per ciò che riguarda il raziocinio. Volendo riflettere in maniera poliedrica, si potrebbe pensare che un maggior numero di “adulti” sul territorio, produrrebbero molto più di un esercito di minori costretti a seguire le norme familiari e le conseguenti scelte di mercato e politiche.

C’è poi un punto particolarmente interessante su cui riflettere e da approfondire: il rapporto e le normative che regolamentano i minori in relazione alla vita sessuale.

L’abuso sui minori è purtroppo una realtà costante, in tutto il mondo. Persino negli ambienti ecclesiastici è ormai cosa nota che una seppur piccola parte dei componenti della Chiesa si dedica o si è dedicata ad attenzioni particolari su minori.

Ma quando si può parlare di abuso e quando un minore ha “diritto” di scelta consenziente ad avere atti sessuali con un adulto o un coetaneo?

In Diritto, con la frase “età del consenso”, si intendono appunto quelle soglie di età da cui partire per regolamentare gli atti sessuali con e nei confronti di minori. Ho scritto “soglie” al plurale, perché non esiste in effetti un dato unico per ogni tipologia di evento. E l’età è un dato che subisce notevoli variazioni a seconda della Nazione di cui si parla.

In Italia, l’età del consenso è fissata a 14 anni. Ma anche questo è un dato che può subire notevoli variazioni a seconda dell’accadimento e dell’ambito giurudico di cui si deve parlare in occasione di querela nei confronti dell’adulto “abusante”.

Ad esempio, nel caso in cui uno dei due partner abbia una figura socialmente dominante rispetto al minore, ecco che l’eta del consenso sale dai 14 ai 16 anni. Cosa si intende per “adulto socialmente dominante”? Un adulto che, “grazie” alla propria posizione professionale o istituzionale, pone una pressione maggiore in virtù del proprio potere al fine di acquisire diritto all’atto sessuale.

E per quanto riguarda il reato di pedofilia? Riflettendo su quanto detto fino ad ora, tutto sembra prendere pieghe ben diverse dall’idea comune che “pedofilo” sia chiunque abbia o imponga attui sessuali con minori dei diciotto anni.

Si parla di pedofilia quando l’atto sessuale è compiuto su un minore di 14 anni. Reato con aggravante se il minore ha meno di 10 anni.

E’ ovvio poi, che esistono miriadi di sfaccettature e una poliedrica interpretazione delle stesse normative in atto. Ed in ogni caso, qui parlo di rapporti consenzienti e non certamente di abuso sessuale.

Perché questo approfondimento su una materia così scottante? Perché a parte una sana Informazione che possa rendere tutti edotti su particolari che non vengono mai messi in rilievo, e sono invece un pezzo di cultura utile per tutti, molti fatti che accadono sul nostro teritorio sono spesso circondati da riflessioni che rischiano di trovare il tempo che trovano se non si conosce abbastanza la materia in senso giuridico.

Le cronache nazionali si indignano contro “l’abusatore” di turno, quando palesemente c’è consenso da parte del partner minore ma già in condizione di diritto alla scelta per raggiunti limiti di età. E sarebbe bene poter essere in grado di discernere fra reale abuso e plateale consenso persino a fini economici, ma questa volta da parte del o della minore del caso e non dell’adulto abusatore.

L’età del consenso fa sì – in una Società sempre più votata alla scalata al successo ed alla ricchezza – che in alcuni casi possano esistere minori già fermamente convinti di sapere ciò che meglio possa fare al proprio caso pur di raggiungere fama e ricchezza. E sempre più spesso, fama e ricchezza, fanno rima con facili costumi.

Nulla di nuovo nella Storia dell’Uomo. Sono solo cambiate le metodiche attraverso il quale raggiungere ricchezza e notorietà. E forse, si è abbassata un pò l'età in cui si pensa di essere in grado di sceglirere per se stessi. Ma nel frattempo, i veri abusi vengono celati da cronache starnazzanti ora su questa ora su quella baby escort, con le idee ben chiare sui propri progetti futuri e su come raggiungerli. 

Nella civiltà dei settori, esistono minori solo abusati e minori che si fanno “abusare” consensualmente e con le idee ben chiare nel cervello. Essere in grado di discernere sulle notizie sparate a tutta voce, potrà rendere più facile la lettura delle cronache nazionali.


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