L’espansione dell’imprenditoria cinese in Italia

par GAETANO EMANUELE
lunedì 9 settembre 2013

Concorrenza sleale ed evasione fiscale, è questo l’accordo armonico della crescita imperfetta nel nostro paese.

I cinesi in Italia non conoscono la crisi, a rilevarlo è la Cgia di Mestre, secondo cui nel 2012 le imprese guidate dagli orientali hanno superato le 62.200 unità (+34,7%), in aumento del 7% rispetto al 2008.

A tenere banco è il settore del commercio con 23.500 attività sparse per tutto il paese, mentre, si fa per dire, sono poco più di 18.000 le aziende concentrate nel campo manifatturiero (tessile-abbigliamento-calzature).

Decollano anche il comparto ristorazione, alberghi e bar (12.800), rappresentando una fetta consistente dell’intero apparato turistico nazionale.

Un trend di crescita si registra soprattutto nei servizi alla persona (parrucchieri-estetisti-centri massaggi), con un numero di circa 2.600 unità, qui lo sviluppo esponenziale nel biennio 2011-2012 sfiora quota +39%.

E queste sono solo le cifre delle attività imprenditoriali, se consideriamo l’ammontare delle rimesse, si rischia un capogiro: nell’ultimo quinquennio l’introito complessivo delle imprese cinesi, è stato di quasi 11 miliardi di euro segnando un (+73%) rispetto al 2008, solo nel 2012 gli stessi hanno inviato ben 2.7 miliardi nella loro patria.

Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre, ricorda che i cinesi hanno sempre dimostrato una forte propensione imprenditoriale, affermandosi con successo nel campo economico, rilevando che “le attività guidate dagli orientali si concentravano in principio nella ristorazione, nella pelletteria e nella produzione di cravatte, e solo dopo le loro iniziative imprenditoriali si sono estese anche all'abbigliamento, alle calzature, ai giocattoli, all'oggettistica, alla conduzione di pubblici esercizi, è da ultimo, alla gestione delle attività di acconciatura”.

Allo stesso tempo, la Cgia, evidenzia che buona parte delle attività commerciali, si è imposta sul mercato eludendo i principi basilari in materia di sicurezza e di obblighi contributivi: dai controlli effettuati dalle forze di polizia, emergono spesso violazioni igienico-sanitarie e amministrative.

Cosi facendo, queste inadempienze permettono ai titolari di praticare prezzi scontatissimi, mettendo fuori gioco molte attività italiane, anche se c’è da dire che gli stessi imprenditori italiani, non sono immuni da responsabilità, poiché in diverse occasioni si sono scoperte una serie di commesse a favore di aziende nostrane, il tutto naturalmente a prezzi fuori mercato.

In buona sostanza, il segreto del successo incontrollato delle aziende cinesi in Italia si chiama in diversi casi evasione fiscale; per i connazionali immigrati nel nostro paese pagare le tasse è per molti fuori discussione, così facendo in pochi anni sono riusciti a sbaragliare i nostri distretti industriali; per buona parte di essi, pagare una multa costa meno rispetto al versamento contributivo e fiscale a favore dell’erario, d’altronde si sa, nel belpaese il rispetto delle regole non è ben accetto.

Foto: Bongo vongo/Flickr


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