L’effetto Berlusconi non tira più

par Voltaire
martedì 17 maggio 2011

Alle elezioni amministrative di domenica e lunedì Berlusconi aveva chiesto un referendum sulla sua persona e sul governo. E per la priva volta a memoria di elettore medio ha perso sonoramente.

Il centro sinistra vince a Torino e a Bologna e guadagna ballottaggi importantissimi come a Milano e Napoli.

 

Il Cavaliere aveva fatto ricorso a tutti i mezzi leciti ed illeciti per raggiungere una vittora al primo turno a Milano, ma ha mancato il bersaglio clamorosamente. La lotta ai comunisti, alle procure rosse, le promesse evanescenti e i toni alti non pagano più come un tempo e gli effetti sono devastanti. Il centrodestra scricchiola e scricchiola il trono del suo monarca.

La situazione per il partito del premier non è facile. Il pdl nelle regioni del nord è fagocitato dalla Lega, al centro la competizione avvantaggia il Partito Democratico mentre al sud non raggiunge i risultati che si augurava ed e’ insidiato dal terzo polo.

 

Un dato sembra incontrovertibile soprattutto analizzando i numeri di Milano, la creatura mediatica Berlusconi non tira più. Gli elettori sono stanchi della sua figura, della sua dialettica ma soprattutto delle sue idee e trovate politiche. Alle scorse comunali come capolista del Pdl aveva ottenuto 53 000 preferenze, questa volta sara' un miracolo se raggiungera' quota 20 000.

 

Insomma quello che fino a pochi mesi fa sembrava impensabile si e’ avverato. In italia il vento che soffiavava incessantemente da centodestra ha perso intensita’ , sembra che l’elettorato moderato sia disgustato dagli eccessi populisti . Lo scontro permanente ha perso appeal sul cittadino medio, che chiede risposte concrete e non si acconta piu’ dei proclami a reti unificate, tipici del clima di fine impero in cui viviamo.

 

Questa tornata elettorale sembra confermare alcune tendenze tipiche del voto degli italiani:

 

- le grandi citta’del nord rimangono di orientamento progressista, basti vedere I buon risultati del PD a Milano e Torino.

- Le regioni rosse tengono. Nonostante l’attacco della Lega e le prove non esaltanti a Bologna. La sinistra rimane il dominus in Emilia, Toscana, Umbira e Marche, nonostante l'insidia grillina.

- La destra non riesce a sfondare in una citta’ complicata come Napoli, nonostante il pasticcio delle primarie del Pd e le amministrazioni quasi fallimentari di Bassolino e Jervolino.

 

Si rivelano pero’ anche segnali inaspettati che fanno emergere movimenti interni al corpo elettorale:

 

- La debolezza inattesa della principale forza di centro destra. Il pdl e’ in calo in tutte le realta’, solamente in alcuni comuni la propria perdita di consensi e’ stato recuperata dal partito di Bossi.

- La lega Nord frena la propria marcia trionfale e nonostante le sue politiche di lotta e di governo, il risultato non puo’ soddisfare i padani, che si aspettavano uno sfondamento in citta’ come Bologna e Milano

- Il terzo polo anche se non decolla, rappresenta una spina nel fianco del centrodestra. Era la prima volta che UDC Api e FLI si presentavano unite ed il 5,5% a Milano ed il 10% a Napoli rappresentano un buon inizio.

- L’affermazione dell’antipolitica, che diventa nonostante i politologi sempre piu’ politica. La buona prestazione del movimento 5 stelle e la performance inaspettata di De Magistris a Napoli non fa che irrobustire il fronte delle forze antisistema, provocando ripercussioni sui due principlai partiti del bipolarismo italiano : il Pdl ed il Pd.  

 

Il 16 maggio comunque vadano i ballottagi e’ una data che segnera’ un epoca. E’ finito un ciclo. Il duo Pdl Lega se non implodera’ nei prossimi giorni, dovra’ escogitare nuove strategie per tenersi in sella del potere nazionale e locale, dovra’ sottoporsi ad estenuanti sedute psicanalitiche per comprendere cio’ che e’ accaduto. Per un leader come Berlusconi , ottimista incallito, incapace di ammettere i propri errori sara’ un esercizio difficile  forse impossibile. Siamo all’inizio della fine della banda Berlusconi Bossi Santanche'. L'Italia di oggi almeno a Milano e' un Italia diversa, e cio' fa ben sperare.

 

 


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