L’artista “povero” caduto dalle scale e gli operai in protesta sui tetti delle fabbriche. Chi vincerà nel Paese dell’ipocrisia?

par FascioeMartello
lunedì 8 novembre 2010

Con interesse il mio occhio è scivolato su un curioso articolo pubblicato dal Corriere della Sera. In un’intervista a tratti surreale, Franco Califano, il Califfo, noto per le sue performance musicali e per la sua fama di tombeur de femmes, fa appello allo Stato affinché gli conceda un sussidio, un vitalizio, poiché dichiara di essere diventato povero. Allora ho subito cercato di saperne di più.
In effetti esiste la legge Bacchelli (legge n. 440 dell’8 agosto 1985) che prevede l’assegnazione di un assegno straordinario vitalizio a quei cittadini che si sono distinti nel mondo della cultura, dell’arte, dello spettacolo e dello sport, ma che versano in situazioni di indigenza. In Italia sono stati diversi ad usufruirne, tra cui la poetessa recentemente scomparsa Alda Merini.

Fin qui niente di strano. I dubbi crescono e alimentano la curiosità quando il Califfo, raccontando della sua vita spericolata, fatta di donne e auto di lusso (in alcuni periodi ha vissuto al grand Hotel di Roma vantandosi di sfoggiare almeno tre auto di sua proprietà, tra cui una Jaguar, una Mercedes e una Ferrari..), afferma in qualche modo di aver dilapidato le grandi quantità di denaro guadagnate negli anni d’oro del successo e di vivere oggi in affitto, con difficoltà a pagare la retta mensile, con la linea telefonica di casa staccata e di essere al momento impossibilitato a fare serate per via di una brutta caduta dalle scale avvenuta in estate. Non sarebbe la prima volta che un artista si ritrova in questa situazione, in molti infatti sono stati incapaci di pensare al futuro nel momento del successo, ritrovandosi poi a vivere di stenti. Ma la storia non è finita e dunque aspettate a premere il pulsante della compassione. Lo stesso Califano dichiara di non riuscire a “sopravvivere” con i soli proventi dei diritti d’autore. Il cantante infatti riceve dalla Siae un assegno di appena 10.000 euro a semestre, una cifra che lo fa sbottare in uno sfogo amaro, come un uomo ormai sul lastrico, povero e abbandonato. Oltretutto a causa dell’incidente che lo ha coinvolto la scora estate sostiene di non poter da tempo fare serate, anche se verificando sul suo blog ufficiale, nel quale è pubblicato il calendario dei concerti, sembrerebbe che abbia cantato sabato 5 giugno, a Controguerra, venerdì 23 Luglio a Terracina, domenica 15 Agosto a Pontecorvo, giovedì 19 agosto a Marina di Pisa e comunque andando indietro nei mesi, si trovano svariati appuntamenti musicali di cui è stato protagonista. Magari avrà cantato gratis.

Diecimila euro per semestre fanno 20.000 all’anno, dunque a ragion veduta potremmo definire povere migliaia e migliaia di famiglie italiane che con questa cifra ci campano, pagando mutuo, bollette, libri scolastici, tasse etc. senza ricevere alcun sussidio da parte dello Stato. O ancora penso a tutti gli operai che in questi mesi hanno perso il lavoro, che sono in protesta sui tetti delle fabbriche ormai chiuse, penso ai giovani disoccupati del sud che se tutto va bene riescono a guadagnare in nero 600 euro al mese, ai cassintegrati della Fiat di Termini Imerese o dei Cantieri navali. Penso a tutta questa gente che non chiede assistenza allo Stato, gente che non ha più nulla ma che con dignità chiede solo un lavoro, per sopravvivere. Loro 10.000 euro a semestre non li ricevono, devono pagare l’affitto e tutto il resto pur non disponendo di questa cifra. Al contrario di Califano non hanno avuto miliardi per le mani, sperperandoli con superficialità, eppure nessuna legge li tutela o gli garantisce un “vitalizio” perché con impegno, finchè l’hanno avuto (chi l’ha avuto), hanno onorato il proprio lavoro, facendo girare l’economia dell’Italia.

Per fortuna però gli animi sensibili esistono ancora, e noi cinici dovremo farcene una ragione. Infatti il senatore Domenico Gramazio del Pdl, ha dichiarato: «Presenterò al ministro Bondi la proposta nella quale chiedo di applicare a Califano la legge Bacchelli. Perché è un poeta che ha scritto alcune delle canzoni più belle della storia della musica leggera italiana e si trova in una situazione non florida». E Gramazio ha poi aggiunto: «”Califfo” è un eroe popolare… E poi, anche se la cosa non è rilevante, è sempre stato un uomo di destra in tempi non sospetti».

E se voi non siete eroi popolari, aggiungo, arrangiatevi, nessuna legge vi tutela.


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