L’area pedonale di Scalea: opera inutile e costosa

par Andrea De Vito
venerdì 26 dicembre 2008

"Le opinioni di un cittadino sull’area pedonale di Scalea".

Scrivo questa lettera con l’intento di porre l’accento su una realtà, quella dell’area pedonale di Piazza Gregorio Caloprese a Scalea, troppo spesso sottovalutata e in certi casi descritta al pubblico, proprio da alcuni suoi colleghi, in maniera a dir poco fuorviante.

 

Capisco, infatti, che ogni qualvolta si debba effettuare un cambiamento esso non sia completamente indolore, tuttavia ritengo sia doveroso da parte di una buona Amministrazione, prima di procedere all’approvazione di un progetto e alla sua successiva messa in atto, prendere in considerazione i pareri dei cittadini poiché in fin dei conti, l’ultima parola dovrebbe spettare proprio a loro. Questa lettera, dunque, si pone come obiettivo quello di affrontare apertamente il problema e presentarlo ai lettori dal punto di vista di un comune cittadino.

 

A Scalea, negli anni passati, limitatamente alle ore serali, durante l’estate, Via Michele Bianchi rimaneva chiusa al traffico, consentendo tranquillamente ai turisti il piacere di una piacevole passeggiata tra le vetrine ed i bar della nostra via principale.

Da due anni a questa parte invece è tutto improvvisamente cambiato. Ritengo, infatti, che la scelta di circoscrivere l’area e di chiuderla al traffico in maniera definitiva sia inutile, vista la scarsa frequentazione nelle ore diurne e durante l’inverno, ed è inoltre da considerarsi profondamente ingiusta se si considera che i lavori della Piazza situata, come tutti sanno, nel pieno centro di Scalea hanno prodotto come prima conseguenza della chiusura al traffico, quella dello sconvolgimento della viabilità.

Difatti numerosi sono gli svantaggi che l’opera apporta ai residenti di Via Michele Bianchi e del Centro Storico, i quali si ritrovano costretti a modificare e, in alcuni casi, a sconvolgere completamente il loro percorso di ritorno e di uscita dalle proprie abitazioni.

 

Un altro fattore di cui non si è tenuto conto, a mio avviso colpevolmente, è quello del rialzamento della pavimentazione che, non consentendo il transito alle auto, impedisce l’accesso all’area anche ai veicoli guidati da invalidi e ai mezzi di soccorso (ambulanza, vigili del fuoco, ecc.) come è già accaduto nel corso di quest’estate, quando dinanzi ad un principio di incendio presso i locali della Banca, i vigili del fuoco hanno faticato a farsi largo tra i tavolini dei diversi bar. Alla faccia della sicurezza dei cittadini!

 

Tuttavia non sono questi i maggiori disagi prodotti dall’opera. Infatti è sotto gli occhi di tutti che i soggetti più profondamente colpiti sono sicuramente ed innegabilmente i commercianti o meglio quella parte di commercianti (tabacchi, edicola, farmacia, alimentari,stazione di servizio) che basava le proprie vendite sul fatto che i propri esercizi si trovassero in centro e che hanno visto di colpo sparire la propria clientela, trovandosi da un momento all’altro in gravi difficoltà economiche. Di conseguenza si sono ritrovati successivamente a manifestare in maniera netta il proprio dissenso, dovendo necessariamente piegarsi alle imposizioni dell’amministrazione comunale e vedendosi costretti a sacrificare le loro attività nel nome della svolta verso il tanto atteso e decantato “turismo d’élite”.
 

Ebbene questa lettera è rivolta anche a queste persone e, nel manifestargli la mia solidarietà, colgo l’occasione per invitarli a non arrendersi, ma semmai a costituire un’associazione e se si dimostrerà necessario, passare a vie legali, proprio perché il loro futuro e quello delle loro famiglie deve essere difeso a denti stretti per far si che gli anni trascorsi e i tanti sacrifici fatti non rimangano vani.


In questi giorni si sta assistendo ad una vergognosa campagna mediatica, che mira a identificare nella stazione di servizio Agip di Scalea il capro espiatorio della mancata svolta turistica del nostro paese e nel suo trasferimento la soluzione che risollevi le sorti del nostro paese.
 

E’ inutile costruire opere come l’area pedonale o la scalinata che collegherebbe via Michele Bianchi al Centro storico se poi chi lo va a visitare assisterebbe all’impietoso spettacolo di disfacimento di molte delle sue abitazioni, monumenti come il Castello Normanno in stato avanzato di degrado, o la cappella contenente gli affreschi bizantini di cui tutti sembrano essersi dimenticati. Eppure basterebbe investire solo un quarto delle risorse stanziate per la costruzione delle “grandi opere” come porto, aeroporto e non ultima, la già citata area pedonale, per rimettere in piedi da cima a fondo il nostro Centro Storico, con tutti i suoi vicoli, quello sì, vero patrimonio culturale e orgoglio di Scalea.


Aggiungo che è a dir poco mortificante, vedere un opera come l’area pedonale, costruita per il passeggio, semi deserta quasi ogni sera; i dubbi sulla sua utilità sorgono spontanei.


Inoltre ritengo sia opportuno far conoscere, a chi con grande facilità si scaglia contro l’abusivismo, che la realtà giudiziaria è ben diversa da come la si descrive. Infatti alla società ENI è stata riconosciuta dal TAR la possibilità di operare nella zona di via Michele Bianchi, in quanto in possesso di tutti i requisiti legalmente richiesti, come già ricordato dal consigliere Introini alla maggioranza, nel corso dell’ultimo consiglio comunale. 


Infine desidero rivolgermi anche all’Amministrazione comunale di Scalea, invitandola a non trascurare la situazione andando avanti a testa bassa, ma fermandosi a riflettere, chiedendosi se davvero sia valsa la pena spendere oltre 437.000 euro rovinando la vita a molte famiglie.

 


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