L’anziana inglese, paralizzata e senza fissa dimora, della Stazione Termini di Roma

par l’incarcerato
martedì 18 dicembre 2012

Esattamente una settimana fa, appena all'entrata della Stazione Termini, a Roma, c'era una vecchietta praticamente paralizzata alle gambe. Era, propriamente detta, una barbona. C'erano i tassisti, quelli abusivi, che stavano vicini a lei per capire come stava. E allora insieme l'abbiamo aiutata a sedersi su una sedia perché era in pratica affossata, in una posizione precaria, su un suo carrellino. Abbiamo provato a chiamare un numero di assistenza sociale, ma niente, non potevano venire in quel momento perché avevano a disposizione una sola auto in tutta Roma. L'austerità di Monti si fa sentire anche in questo. Abbiamo chiamato i carabinieri che stavano lì e hanno detto che dopo se ne sarebbero occupati.

Ed io mi sono sentito davvero inerme. E lei purtroppo parlava tutte le lingue: un misto tra l'inglese, il russo e il tedesco. Una donna anziana che parlava tutte le lingue del mondo che stava lì, abbandonata. L'unica cosa che potevamo fare era accertarmi che almeno potesse stare dentro. L'ho lasciata lì proprio appena all'entrata principale della Stazione, all'angolo della libreria, seduta (si fa per dire) su una sedia. A distanza di una settimana l'ho rivista esattamente nello stesso posto e nella stessa posizione. 


Allora ho deciso di informarmi meglio su di lei e verificare se qualche provvedimento per aiutarla sia già in atto. La signora in realtà era già seguita e non era stata lasciata sola. Il comune si era già attivato tramite l'assistenza sociale, inoltre si erano attivati anche i volontari del "Binario 95". Si erano attivati tutti. Più volte è anche arrivata l'ambulanza. Ma c'è un ostacolo in tutto questo: ovvero lei stessa. Lei non vuole essere aiutata, vuole rimanere dove sta. Si è pensato anche ad un ricovero coatto come soluzione alternativa per ricoverarla in un ospedale, ma lei è capace perfettamente di intendere e volere. Quindi non si può fare. E pare anche che ci sia stato addirittura un intoppo diplomatico. Lei è inglese, pare (ma è tutto da capire) che sia proprio andata via dall'Inghilterra per approdare qui in Italia e vivere (si fa per dire) alla Stazione Termini. Il comune si era attivato anche tramite l'ambasciata, che per muoversi ha bisogno comunque dell'assenso della signora, che lei ostinatamente non vuole dare. E qui si pongono due annosi problemi. 

C'è un problema giustamente etico: si può forzare una persona che sceglie di "vivere" come lei desidera? Poi però si pone anche quello umanitario: si può lasciare la signora anziana in quello stato, consapevoli del fatto che non è una condizione umana questa sua scelta, soprattutto se non è autosufficiente e che vive di stenti e freddo? Qualcuno magari ha già una sua risposta. Personalmente, casi come questi, a me provocano tanti dilemmi e dubbi: si pongono problemi etici, umanitari e anche legali. La trovate comunque sempre lì, all'entrata della Stazione, all'angolo delle libreria. In ogni caso, se trovate situazioni simili e non sapete cosa fare, a Roma c'è un numero verde: 800440022.

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