L’ambasciatore messicano contro Burger King: pubblicitĂ  razzista

par Diario Latino
giovedì 16 aprile 2009

La multinazionale Burger King ha scelto questo manifesto per la campagna pubblicitaria che sta realizzando in Spagna per il suo nuovo panino chiamato Tex-Mex. Al lato di un cow-boy troviamo un grasso e basso lottatore di lucha libre, uno sport molto popolare in Messico simile al wrestling americano. Questi è avvolto in un poncho col tricolore messicano. L’ambasciatore dello stato centroamericano a Madrid, Jorge Zermeno, ha dichiarato che la foto, intitolata Texican Wopper, denigra la bandiera del suo paese. “Questa campagna pubblicitaria usa in modo improprio la bandiera nazionale”, ha affermato, “e va cancellata”. Paradossalmente, anche se secondo lo slogan della Burger King il panino rispecchierebbe i gusti dei messicani del nord e degli statunitensi del sud, è disponibile solo in Europa. Oltre al manifesto esiste anche uno spot televisivo, nel quale un alto e magro cow-boy texano sta leggendo gli annunci di lavoro su un giornale per cercare una collaboratrice domestica.

A presentarsi come “housewife” è invece il lottatore messicano con tanto di poncho tricolore e maschera. Dopo averlo ridicolizzato per l’altezza, mentre realizza goffamente le faccende di casa, si siede assieme al cow-boy per condividere lo stesso panino, sotto la dicitura: un hamburger capace di unire perfettamente persone tanto diverse. Che sia denigratorio verso gli ispanici, considerati da molti nordamericani “meridionali” nel senso peggiore del termine è evidente. Mi sembra chiaro come lo spot colpisca l’immaginario statunitense secondo il quale le donne messicane ed ispaniche in generale, ma anche gli uomini, in quanto immigrati debbano per forza fare le collaboratrici domestiche o gli operai generici, gli addetti alle pulizie e tutti quei lavori definiti umili e denigranti che gli statunitensi non vogliono fare. Ridicolizza anche l’attaccamento che i messicani hanno per la loro bandiera, oltre che uno degli sport più popolari del paese. Questi manifesti sono ancora in circolazione a Madrid. Spero di non trovarmeli davanti anche nella mia città. Secondo me, nella sua leggerezza, racchiude un significato profondamente discriminatorio: ma magari siamo solo io e l’ambasciatore Jorge Zermeno a sbagliare.


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