L’Osservatore Romano prende le distanze da Boffo

par UAAR - A ragion veduta
lunedì 31 agosto 2009

Intervistato oggi da Aldo Cazzullo per ‘Il Corriere della Sera’, il direttore de ‘L’Osservatore Romano’ Gian Maria Vian prende le distanze da Dino Boffo e dalle sue campagne giornalistiche. Vian rivendica: “sulle vicende private di Silvio Berlusconi non abbiamo scritto una riga”. “I rapporti tra le due sponde del Tevere sono eccellenti” ribadisce Vian, che così spiega lo stile di questi ultimi anni de ‘L’Osservatore Romano’: “in genere, il quotidiano della Santa Sede oggi non è solito entrare negli scontri politici interni dei diversi Stati, a cominciare dall’Italia. Preferiamo dedicarci ad analisi di ampio respiro, piuttosto che seguire vicende molto particolari, controverse e di cui spesso sfuggono i contorni precisi, come quelle italiane degli ultimi mesi”.


L’informazione religiosa, critica Vian, tende a banalizzare: oggi, rispetto al passato, “sembra aperta la caccia al prelato, meglio se cardinale, e preferibilmente per una battuta polemica. E così si finisce anche per ripiegare su figure di ecclesiastici, magari autorevoli ma ormai ritirati, oppure che non hanno il ruolo istituzionale per parlare a nome della Santa Sede”. Tutti questi riferimenti sembrano voler porre una distanza rispetto allo stile di ‘Avvenire’.

Nonostante qualche attrito, Vian conferma che i rapporti tra Italia e Vaticano “sono buoni. Berlusconi è stato il primo a chiarire che non sarebbe andato a Viterbo per la prossima visita del Papa, quando ha capito che la sua presenza avrebbe causato strumentalizzazioni. L’incontro dell’Aquila è saltato per non alimentare le polemiche, ma era stato previsto proprio per segnare simbolicamente un impegno comune, dello Stato e della Chiesa, per le popolazioni colpite dal terre­moto. Con la presenza del cardinale Bertone a rappresentare Benedetto XVI, che è anche primate d’Italia. No, nelle relazioni tra Repubblica Italiana e Santa Sede non cambia nulla”.


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