L’Onda invade la Sapienza e parte la protesta delle scarpe

par Pleo
mercoledì 18 marzo 2009

Riparte l’Onda e sono guai. Gli studenti sono scesi in piazza in occasione della manifestazione indetta dalla Cgil contro la crisi e i provvedimenti del Governo in merito alle scelte sulla conoscenza, contro i tagli e gli ultimi provvedimenti per i precari della scuola.
 
A chi credeva che l’Onda si fosse fermata si sbagliava. Nonostante un paio di mesi in cui i movimenti hanno attuato forme di protesta diverse dalla manifestazione pubblica e quindi l’attenzione mediatica si era affievolita, ecco che la manifestazione indetta dalla Cgil è stata l’occasione adatta per far vedere a tutti cosa gli studenti (o una parte di essi) pensano della riforma Gelmini e della situazione scuola.
 
Tantissimi gli studenti, e non solo, in piazza in tutta Italia, ma l’attenzione si è velocemente spostata alla Sapienza di Roma dove per tutta la mattinata sono continuati gli scontri tra poliziotti e studenti; scontri alimentati dalla nuova legge che regolamenta i cortei nella capitale e prevede dei percorsi obbligatori in cui poter manifestare. Regole che, sottolineò il sindaco di Roma Alemanno, valgono anche per chi non ha firmato il Protocollo, come nei casi, appunto, dei movimenti studenteschi.
 
Lo striscione dietro cui ha sfilato il corteo all’interno della facoltà romana recitava “Sciopero in Onda, libertà in movimento” e ad attenderlo c’erano gli agenti in tenuta antisommossa. Gli scontri sono cominciati quando il corteo ha cercato di oltrepassare il cordone di Forze dell’Ordine e questi hanno caricato per allegerire. Sono state diverse le cariche della Polizia, per evitare che il corteo si spingesse troppo in là.


A quel punto è cominciata la risposta degli studenti che hanno cominciato un lancio di oggetti e soprattutto di “scarpe”. Una protesta ormai divenuta famosa grazie a Muntazer Al Zeidi, il giornalista irakeno che ha usato questa forma di protesta contro Bush (beccandosi tre anni di carcere). Gli studenti senza distinzione tra sigle destra e sinistra hanno accusato le forze dell’Ordine di sequestro di persona.
 
Tante critiche sono state rivolte al rettore Frati. “Non ci fermate, Frati facci sapere da che parte stai?” è stato, infatti, uno degli slogan del corte, aspettando una parola del neo rettore dopo che il vecchio dalle pagine di AgoraVox Italia si era dimostrato completamente solidale con il movimento. Parola che è arrivata, almeno per quello che riguarda la protesta. Frati ha detto, infatti che "La Sapienza non era il luogo di partenza di nessun corteo. I cortei devono essere autorizzati dal prefetto, e quello non lo era (...) ci sono delle regole che vanno rispettate".
 
Il sindaco Alemanno messo al corrente della situazione ha commentato: “È stato appena firmato un protocollo in prefettura per evitare la proliferazione delle manifestazioni: non possiamo ricominciare con cortei di due-tre-quattrocento persone che si muovono per la città. C’è un impegno di tutta la città ad avere delle regole, rispettiamo il diritto a manifestare ma entro delle regole”, ma i ragazzi non ci stanno e criticano la setssa Cgil, rea di averlo firmato quel protocollo (AGGIORNAMENTO: il presidente del direttivo regionale del Lazio della Flc-Cgil Franco Gallerano dice: "Il protocollo d’intesa sui cortei a Roma, firmato anche dalla Cgil, serviva per poter creare un tavolo di discussione che riducesse il disagio della città e aiutasse i cittadini, ma se viene utilizzato per massacrare gli studenti non serve più a nulla e può anche essere stracciato" e continua dicendo che "il protocollo deve tornare ciò per cui è nato: un’intesa per limitare i danni alla città, non lo strumento per il primo questurino che decide di caricare i manifestanti" - fonte Ansa).
 
La situazione ora sembra sia migliorata e si aspettano le 16 quando nell’aula 6 di lettere, gli studenti si riuniranno in assemblea per confrontarsi sugli scontri di questa mattina e preparare i prossimi appuntamenti del movimento.


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