L’Olimpiade dei più grandi

par Jvan Sica
lunedì 13 agosto 2012

È finita anche stavolta. Le due settimane olimpiche, capaci di buttarti lontano dalla realtà, terminano e tirano fuori lo status dello sport mondiale.

Sono state Olimpiadi molto diverse, per il mondo, per l’Italia, per il telespettatore, per gli atleti. Il desiderio è analizzarle sotto i tanti punti di vista declinabili, se il tempo e il resto ce lo consentono.

Prima di tutto sono state le Olimpiadi dei “più grandi”. Vero, ad ogni Olimpiadi telecronisti faciloni tirano fuori la parabola del “più grande di sempre nel suo sport”, ma questa volta, per alcuni, si può dire tranquillamente che è tutto vero.

Abbiamo visto nuotare per l’ultima volta ad un’Olimpiade il più grande nuotatore della storia. Michael Phelps non ha solo stabilito il record di medaglie vinte in un’Olimpiade (parametro inutile perché Lebron James può vincerne solo una d’oro ogni quattro anni) ma quello che più ha sorpreso è stata la capacità di vincere 100 farfalla e 200 misti da sfavorito, sfiduciato e perdente. Aver vinto quelle due gare contro avversari più giovani, più forti in quel momento e nettamente favoriti ne ha fatto il campione che riesce a battere le generazioni passate, presenti e future, restando nella storia per sempre.

L’altro campione più grande di sempre nella storia dell’atletica leggera per quel che riguarda la velocità è Usain Bolt. Anche lui è arrivato a Londra da perdente e anche lui ha battuto il rivale che ha superato il proprio personale nei 100. Anche qui ad impressionare non è la vittoria, ma i tempi, migliori o quasi rispetto a quattro anni fa quando aveva scioccato il mondo.

Nel Badminton Lin Dan ha ribattuto lo sfidante di Pechino, Lee Chong Wei, in una finale vibrante e molto più combattuta di quella di Pechino. Battere un avversario al tuo stesso livello che si prepara quattro anni per superarti è il marchio di fabbrica del campione insuperabile.

Nel Beach Volley il duo Misty May-Kerri Walsh ha vinto il terzo oro di fila superando avversarie di tutte le età. Rimarranno nella storia non solo per le vittorie, ma per la facilità con cui superano qualsiasi ostacolo.

Nel ciclismo a scrivere la storia non può essere Bradley Wiggins, altro per essere pura gloria olimpica, qual è invece Sir Cris Hoy, il quale vincendo il Keirin più che la velocità a squadre diventa anche la faccia inglese dei giochi di casa.

Nei tuffi la meravigliosa regina Wu Minxia ha vinto il terzo oro nel trampolino da 3 metri ed è del 1985. Vincerà il quarto o il terribile turnover cinese la farà fuori?

La Kanaeva, nel singolo della Ginnastica ritmica, è meritatamente la migliore di tutti i tempi perché ripetersi in questa specialità dopo l’oro di Pechino e i tanti ori mondiali è davvero incredibile.

Nel tiro i due americani Hancock e Kim Rhode non solo hanno rivinto ancora ma dimostrato un’impressionante tenuta mentale. Hanno battuto i rispettivi record olimpici e dimostrato che erano inavvicinabili per tutti gli altri atleti.

Infine nella Lotta altri due atleti “più grandi” di sempre: il cubano Lopez nella greco-romana e l’uzbeko Taymazov in quella libera. Le loro vittorie sono state nette e così evidenti da non poter ammettere repliche.

Infine, un “più grande di sempre” anche per l’Italia. Non ha vinto l’oro solo perché doveva vincere un inglese nella categoria più pesante e attesa. L’unica sua possibilità era mettere ko Joshua come aveva fatto quattro anni prima con il cinese Zhang Zhilei. Non ce l’ha fatta ma ci è andato molto vicino. Di sicuro ai punti aveva stravinto ma il pugilato è una fiction-sport. Onore al nostro più grande di sempre nel pugilato, Roberto Cammarelle. 


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