L’Ocse chiede alla Spagna maggiori sforzi per evitare la crisi

par Paolo Borrello
martedì 21 dicembre 2010

La Spagna sta uscendo “lentamente” dalla “profonda recessione” che l'ha colpita negli ultimi due anni, ma ha bisogno di riforme più decise per avviarsi sulla strada di una ripresa sostenibile: questo il messaggio lanciato oggi dall'Ocse al governo socialista del premier Josè Luis Zapatero, invitandolo a “maggiori sforzi” sulla via del risanamento dell'economia del paese.

L'esecutivo spagnolo ha risposto confermando l'obiettivo di innalzare l'età del pensionamento da 65 a 67 anni. La riforma delle pensioni è stata annunciata da Zapatero per il 28 gennaio. Il ministro del lavoro Valeriano Gomez ha detto ieri che malgrado le dure critiche venute dai sindacati, che minacciano un nuovo sciopero generale, l'età del pensionamento passerà a 67 anni, e gli anni di contribuiti usati per calcolare il volume della pensione saliranno da 15 a 20 “e progressivamente fino a 25”.

La riforma prevista dal governo Zapatero, taglierà la spesa per le pensioni del 20% circa, secondo uno studio citato da El Mundo. L'Ocse chiede a Madrid anche di varare la riforma del mercato del lavoro: “è la pietra angolare per il rilancio dell'economia” afferma. La Spagna è il paese che oggi ha il tasso di disoccupazione più alto dell'Ue, il 20%, con un esercito di 4,5 milioni di senza lavoro. Le previsioni Ocse non sono rosee: la disoccupazione rimarrà al 19,1% nel 2011, non scenderà sotto il 17,4% nel 2012. La crescita del Pil, dopo il -0,2% del 2010, dovrebbe salire dello 0,9% nel 2011, dell'1,8% nel 2012.

Sono dati che non confortano la posizione interna di Zapatero in vista delle prossime politiche del marzo 2012. Un sondaggio pubblicato oggi dal quotidiano della sinistra Publico conferma che il Psoe del premier è ai minimi storici. Se si votasse oggi il Partido Popular del capo dell'opposizione Mariano Rajoy con il 43,2% staccherebbe di ben 13,2 punti i socialisti, al 30%. E l'84% degli spagnoli dice di avere “poca” o “nessuna” fiducia nel premier. Intanto Moody's continua a mandare segnali alternanti a Madrid.

Il sistema finanziario spagnolo è il terzo più solido della zona euro dopo quelli di Finlandia e Francia, afferma lo stesso rapporto che la settimana scorsa ha portato l'agenzia di rating a rivedere in negativo l'outlook sul debito sovrano della Spagna, rileva El Pais. Questo pomeriggio Moody's ha però minacciato di peggiorare il voto a depositi e debito senior di 30 banche spagnole di piccole dimensioni. E dimostrare che le banche e tutto il sistema finanziario del paese sono solidi, a differenza per esempio di Islanda e Irlanda, è uno degli obiettivi principali del governo e della Banca di Spagna, che lo scorso luglio hanno spinto perchè fossero pubblicati gli stress test delle banche Ue. E’ necessario fare molta attenzione alle vicende economiche della Spagna perché se questo paese entrasse in crisi le ripercussioni a livello europeo, per la stabilità dell’euro, ma anche per la possibile estensione della crisi anche ad altri paesi, come ad esempio l’Italia, sarebbero ben superiori a quelle verificatesi in seguito alla crisi finanziaria prima della Grecia e poi dell’Irlanda. E’ quindi indispensabile evitare che la crisi colpisc anche il paese guidato da Zapatero.


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