L’Italia s’è desta? No, s’è rotta!
par Carlo Santi
giovedì 4 aprile 2013
Ormai non funziona più nulla, l’Italia s’è rotta. Anche i “saggi” nominati dal Presidente Napolitano sono destinati al fallimento. Le nuove elezioni sono sempre più l’unica strada da percorrere, ma andare al voto ancora con il porcellum è una grande incognita, si rischia il medesimo risultato attuale.
Il Parlamento è bloccato, un nuovo governo non è in vista, i giorni del presidente Napolitano sono finiti e anche i saggi probabilmente non saranno di grande utilità. Non solo il Parlamento, quindi, bensì tutta l’Italia risulta bloccata.
Le tre forze politiche principali del paese, PD-PDL-M5S, hanno opposto un triplice "No!": Silvio Berlusconi dice "No!" a un governo di tecnici; Pierluigi Bersani dice "No!" a una grande coalizione con Berlusconi; Beppe Grillo dice "No!" sia a Berlusconi sia a Bersani.
La situazione è di stallo, per un governo servono larghe intese, singolarmente nessuno riuscirebbe a governare altrimenti. Così facendo, la politica dei tre "No!" ha compromesso ogni soluzione praticabile. Siamo a un punto morto, usando una metafora scacchistica, direi che siamo in presenza di un reciproco scacco matto, nessuno può più muoversi e la “partita”, quindi, non ha né vincitori né vinti, per cui è finita pari.
Gli esperti di Napolitano vengono dal mondo della politica, del diritto e dell'economia e dovrebbero elaborare proposte da sottoporre al Parlamento dove, però, siedono i famosi soggetti dei tre "No!". Dubito fortemente che tali proposte, sempre se gli esperti saranno in grado di operare serenamente, possano coinvolgere una maggioranza bipartisan, almeno non penso riescano a ottenerla con “questo” tipo di Parlamento.
I saggi sono già bruciati, il loro compito è fallito prima di iniziare, un po’ come il tentativo inutile e blando di Bersani che ha cercato un’intesa improbabile con il M5S, se non addirittura impossibile. Ora tutti a criticare il buon Napolitano come fosse, lui solo, l’unico responsabile dello sfacelo. E forse lo è, di fatto, Mario Monti è una sua invenzione. Anche fosse tutta o in parte colpa dei governi precedenti, oppure solo e sempre di Berlusconi, non si può negare che lui, almeno, ha governato con il mandato popolare che, con mia incredula e somma sorpresa, gli è stato comunque riconfermato anche in questa tornata elettorale. Come all’epoca Monti, anche oggi il presidente della Repubblica prende in mano le redini del paese. A sentire tutti, ancora una volta fa la mossa sbagliata, tant’è che Re Giorgio si sfoga pubblicamente affermando che: “I partiti politici mi hanno lasciato solo”. Una frase detta proprio così, testuale, a Pasqua poi, farebbe venire spontanea una battuta che, però, non dico.
Ormai la partita della politica viene giocata da tutti per dare scacco matto agli avversari con l’obiettivo di ottenere per sé l’elezione del prossimo Capo dello Stato. Nessuno, però, ha la maggioranza per nominarselo da solo, anche in questo caso servono “larghe intese”.
Berlusconi ora accelera, vuole nuove elezioni subito, soprattutto perché ritiene che potrebbe conquistare la maggioranza. Sono molti gli osservatori e i sondaggisti politici che ritengono abbia ragione lui e che tale miracolo (come chiamarlo altrimenti?) possa essere possibile. Per il centrosinistra è già disfatta piena contro Pier Luigi Bersani quando ha insistentemente cercato di formare un governo, senza successo, inseguendo il M5S. All’interno del PD è considerato ormai superato e dovrà farsi da parte, volente o nolente. Se il PD ripresentasse Bersani perderebbe molti elettori, in tal caso alcuni potrebbero migrare verso Berlusconi, altri su Grillo.
Profetizzo che nella prossima tornata elettorale potrebbero contendersi la maggioranza Berlusconi e Grillo, a scapito di Monti-Bersani-Vendola. Sempre che non salti fuori Matteo Renzi nella competizione. Infatti, un recente sondaggio SWG ha fatto emergere dei dati molto chiari: più del 60% degli italiani vuole Renzi leader del centrosinistra e che sia pure il candidato Premier, mentre Bersani l’hanno indicato solo il 10%.
Matteo Renzi non è abbastanza di sinistra, anzi, ha qualche tendenza lieve inclinata a destra e, per questo, risulterebbe il candidato Premier perfetto, ma se non lo candida il PD, è tutto esercizio di fantasia. Fatto sta che Bersani non ha ancora abbandonato la speranza di diventare primo ministro e, si sa, la speranza è l’ultima a morire.
Massimo Cacciari, filosofo ed ex sindaco veneziano, quando pensa alle prossime settimane, profetizza: “Nessun governo e nemmeno un presidente per l’Italia. Che Dio ci salvi!”