L’Italia e la sua guerra

par Antonella Policastrese
sabato 22 marzo 2014

Questa non è più l'Italia! A guardarsi in giro, a toccare con mano il degrado umano al quale assistiamo, vedere per le strade tanti morti viventi bianchi, neri, gialli, si ha l'impressione che le città siano diventate accozzaglia di gente per nulla diverse dal Bangladesh, o di una favela brasiliana. Le contraddizioni stanno diventando bombe ad orologeria, pronte ad esplodere, pur tuttavia nessuno sembra curarsene. Si tastano i polsi di banche, si misura la temperatura dei mercati, ma si calpesta la dignità umana, come se si trattasse di uno scarafaggio o di un moscerino.

La fotografia di quest'Italia che è divenuta qualcos'altro, è quella che emerge dai fatti di cronaca, dalla violenza gratuita tramite la quale si risolvono le questioni: i femminicidi, i matricidi e l'uccisione di bambini ormai fanno parte della continua barbarie a cui è sottoposto il paese. La criminalità organizzata è entrata nel tessuto sociale ammorbandolo e i regolamenti dei conti avvengono sulla pelle di innocenti. Quando in una società il bersaglio diventano i minori vuol dire che ormai abbiamo raggiunto il limite e poco manca perchè questo mondo imploda.

Fa accapponare la pelle l'agguato compiuto per vendetta a Taranto che ha fatto registrare la morte di una vittima innocente. I due fratellini sul sedile posteriore sono scampati all'agguato, fingendosi morti e i killer non hanno esitato un solo istante a far fuoco su quell'auto, dove a bordo viaggiava l'intera famiglia. Minori come il piccolo Cocò bruciato dopo essere stato crivellato di colpi, come se si trattasse di un Vallanzasca, ed uomini pronti a tutto. Orrore, guerre dove ammazzare anche i bambini rientra nella strategia di sterminare il nemico senza andare troppo per il sottile, perchè la guerra è la guerra. Ma qui siamo in occidente. Un occidente dove vige il tribalismo, la ferocia, la perdita d'identità, la sottocultura di un popolo che si fa fatica a definir tale.

E così mentre in Parlamento va in onda lo spettacolo di una politica fuori dalla realtà, che deve rispondere dei suoi atti non al paese ma ad un'identità chiamata Europa, ogni giorno si perdono colpi, ogni giorno il paese sembra diventato un mare avvelenato, che lascia a riva tanti pesci stecchiti. È ammorbata l'aria, è diventato un optional vivere, tanto più porsi il problema del che fare. Ognuno vive individualmente e nella propria solitudine i problemi ai quali si va incontro, si amplificano diventano spettri che ti tormentano l'anima tanto che per liberarsene si adottano comportamenti aberranti, dove la legge non si sa cosa sia, dove se ti ammali non riesci nemmeno a curarti e se hai fame e valide braccia per lavorare vieni messo alla porta, perchè prima muori meglio è. In questo carnaio, in questo inferno tutto diventa logico, anche il farsi giustizia da soli, anche ammazzare bambini.

La globalizzazione ha globalizzato anche la crudeltà e la violenza e chi proviene da fuori, per sopravvivere, se assoldato esegue ordini. Ma dove stiamo andando, cosa sta succedendo? Ogni giorno è come svegliarsi guardare dalla finestra e chiedersi cosa succederà, quale sarà la guerra da combattere e quanti soldi si avranno a disposizione per contare qualcosa e non morire.

Foto: Matteo Paciotti (Flickr)


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