L’Italia di De Gregori nell’intervista sul Corriere

par Resistenza Internazionale
mercoledì 31 luglio 2013

Un grande cantautore, mai messo in discussione. Una volta un uomo di sinistra. Ma questo non vuol certo dire che capisca di politica.

Data l’intervista al Corriere, anzi, si potrebbe dire che di politica non capisca davvero un accidente. Si, parlo di uno dei grandi miti della sinistra artistica italiana, Francesco De Gregori.

L’intervista a Cazzullo è l’emblema di un paese in declino, che si lamenta, che parla per sentito dire, ma che non fondo non dice nulla se non una serie di banalità. Viva l’Italia!

De Gregori compra 6 giornali (solo quando viaggia, pare) ma non li legge perché si stanca subito. E questo si capisce benissimo dall’intervista – non legge, non sa, non si informa. Ma ovviamente può catchizzare tutti dall’alto della sua fama artistica.

Dice di essere di sinistra, e si rifà alle cose della sua giovinezza: i poveri devono essere meno poveri, bisogna redistribuire. Già, tutti d’accordo. Poi però vota Monti.

Non seguendo la politica si deve essere perso qualche passaggio: una riforma delle pensioni che penalizza i più poveri, una riforma del lavoro che toglie garanzie e diritti.

Ma tanto, per sentito dire, è sempre colpa del sindacato, che ostacola lo sviluppo. Di quale sviluppo parli, non è dato sapere, forse quello del compagno Marchionne, che sembra avere una idea di sinistra simile a quella di De Gregori.

Che barba ste idee demodè da fighetti come lo slow food – come se l’agricoltura non fosse il centro dei problemi dello sviluppo mondiale – o sti protestatari a prescindere come i NO TAV – anche se con i soldi della Torino-Lione si metterebbero a posto le ferrovie regionali a vantaggio di quei lavoratori pendolari che De Gregori dice di sostenere, a parole. I fatti, quelli, prima o poi arriveranno. Intanto lasciamo che l’Italia, invece che dal cemento venga uccisa dai buchi.

Poi passiamo all’attualità politica. Berlusconi pensa solo ai suoi interessi, ma molto meglio un governo con lui che con Grillo, figuriamoci. Grillo fa paura, Berlusconi, evidentemente, non tanto. Roba da osteria, di quelle dove il grado di alcolismo sale durante le sere e le analisi, i pensieri, lasciano spazio alle battute da bar. Roba buona per una intervista di Cazzullo.

Ma De Gregori ha un passato impegnato, e quindi la battuta è sempre un pò ad effetto, sempre un pò più pensata. Ed allora, che palle con le beghe personali di Berlusconi – così personali che hanno sfaldato governo e maggioranza – mi sarebbe piaciuto si parlasse un pò più dell’ILVA.

Giusto, perbacco, sottoscriverei. E cosa avrebbe voluto dire De Gregori sull’ILVA? Che so, che il governo Monti, che lui ha votato, ha cercato di aggirare le sentenze della magistratura, che ha mandato un prefetto che organizzava i blocchi stradali, che cambia i valori di inquinamento a piacimento per continuare a macinare soldi?

Ma tutto questo Alice – pardon, Francesco – non lo sa. Non ha letto i giornali.

Di Nicola Melloni

Foto: Andrea Sartorati/Flickr


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