L’Islanda si consegnerà agli strozzini dell’Fmi?

par F.G.
venerdì 17 ottobre 2008

 

Si fa sempre più difficile la situazione dell’Islanda. Nel corso delle consultazioni per la concessione di un prestito di quattro miliardi di euro all’Islanda, vittima della crisi finanziaria internazionale, i deputati liberaldemocratici e comunisti russi hanno chiesto i "motivi economici e politici dell’aiuto ad un Paese membro della Nato". Secondo la liberaldemocratica Ielena Afanasieva, unprestito del genere potrebbe essere concesso solo "in cambio di benefici politici" per la Russia, come ad esempio "l’installazione di una base militare" in Islanda.


L’Islanda sa bene che accettare un prestito dall’Fmi significherebbe la fine della sovranità come già successo a diversi paesi in precedenza. L’Fmi d’altronde era prima della crisi in una situazione difficile, con poche entrate ed una reputazione irrimediabilmente rovinata. Ma adesso le cose sono cambiate e diversi paesi sono sull’orlo del baratro, per questo riporto con un certo brivido questo annuncio: "Il Fondo monetario internazionale, di cui una delegazione è già a Reykjavik per guardare da vicino l’evoluzione della crisi del settore finanziario islandese, oltre che al Paese nord europeo, potrebbe offrire un sostegno finanziario, tramite prestiti di emergenza, anche a Ungheria, Ucraina e altri. Nonostante una richiesta ufficiale in questo senso non sia ancora pervenuta da parte del governo islandese, l’Istituzione internazionale sarebbe comunque pronta ad intervenire. "Il Fmi ha le risorse per aiutare, ed è pronto a farlo velocemente" ha sottolineato infatti nei giorni scorsi il direttore del Fondo, Dominique Strauss-Kahn, il quale ha peraltro reso noto che sarebbe in corso un "dialogo con le autorità di Budapest e dell’Ue per verificare la necessità di supporto tecnico e finanziario in risposta alle turbolenze in corso in Ungheria". 
 
Se la Russia non dovesse accettare la richiesta islandese l’unica soluzione è il "default",cioè dichiararsi insolvente, altrimenti l’isola potra dire addio al suo futuro, non a caso il governo islandese ha preferito trattare con i russi anzicchè con l’Fmi, vedermo seReykjavik resisterà alle pressioni esterne.

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