L’India chiede all’ambasciatore italiano di non lasciare il territorio. Sale la tensione tra i due paesi

par Luca De Cristofaro
giovedì 14 marzo 2013

"Non lasciare il paese": è quanto ha chiesto (o imposto?) la Corte Suprema indiana di New Delhi all'ambasciatore italiano Daniele Mancini sulla vicenda dei Marò. Secondo una tv indiana, la Corte avrebbe chiesto all'ambasciatore di fornire spiegazioni e comunicare una risposta entro il 18 marzo sul caso dei due italiani. 

Il prossimo 19 marzo per analizzare il destino dei due militari italiani, i giudici hanno fissato un'udienza alla quale Mancini non ha l'obbligo di presentarsi; basterà che, stando all'invito del governo indiano nei confronti dell'ambasciatore, entro lunedì presenti un memorandum sull'accaduto. 

Sulla questione si è espressa una fonte diplomatica italiana, contattata dall'ANSA, che ha dichiarato di essere al corrente della situazione pur non avendo ancora ricevuto alcuna comunicazione ufficiale. 

Il governo indiano ha convocato quindi, per martedì prossimo, Mancini, al fine di protestare contro la decisione del governo italiano di non "rimpatriare" in India i due fucilieri, i quali, rientrati in Italia per quattro settimane, era stato consentito loro di partecipare alle votazioni di fine febbraio. La scelta del governo italiano di prolungare la "licenza" concessa agli italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone appare contrastante con quanto promesso dall'ambasciatore nella dichiarazione giurata e firmata il 9 febbraio che garantiva il ritorno dei Marò in India entro il prossimo 22 marzo. 


Il tribunale indiano, secondo Viplav Sharma, avvocato difensore dei Marò, accusati di aver sparato erroneamente a due pescatori indiani, avrebbe notificato all'ambasciatore di non poter lasciare il territorio indiano senza autorizzazione.

 

"Non ritengo di entrare nei dettagli e nelle cose che stiamo facendo", ha affermato il ministro degli Esteri, Giulio Terzi. Il governo italiano, l'11 marzo scorso, annunciò che i due Marò sarebbero rimasti nel 'Belpaese' colpevolizzando l'India circa la violazione dei suoi obblighi in base al diritto internazionale. 

La tensione tra Roma e New Delhi, quindi, rimane alta. Lo scontro diplomatico ha fatto scalpore tant'è che è stata presentata dal politico indiano Subramanian Swamy, presidente del partito dell'opposizione Janata Party, anche una petizione al massimo organo giudiziario di New Delhi, contro l'ambasciatore, per "oltraggio alla Corte", con lo scopo di agire legalmente contro di lui

E nel frattempo in India c'è chi ha chiesto di dichiarare ufficialmente "latitanti" i due Marò.


Leggi l'articolo completo e i commenti