L’Europa risponde ancora una volta all’instabilità economica con la xenofobia

par Francesco Rossolini
martedì 9 giugno 2009

 

Come in altre circostanze nel passato, prima tra tutte la crisi del ’29, gli europei rispondono all’instabilità finanziaria, iniziata nell’ottobre ’08, con una forte spinta xenofoba.

Tale istintiva reazione deriva dalla necessità di trovare un riscontro oggettivo, tangibile, a qualcosa di complesso ed irrazionale, nella visione dei più non specialisti in storia economica, come una grave crisi finanziaria. 

Questa reazione è in verità una mera ricerca di un capro espiatorio capace di tranquillizzare l’animo dei preoccupati benestanti europei. È molto più semplice combattere un nemico di cui si conosce il volto piuttosto che qualcosa di ignoto ed allora in situazioni di tracollo economico non c’è nulla di più semplice che addossare le colpe agli extra comunitari. In tal modo i colpevoli, anche se immaginari, vengono individuati in un elemento estraneo all’Europa stessa in una sorte di germe venuto da lontano che deve essere estirpato.

Ecco la genesi della xenofobia, del razzismo, dell’oppressione del diverso e della delirante necessità di trovare un capro espiatorio per sanare errori finanziari ed economici che con gli extra comunitari non hanno nulla a che fare.

Che cosa hanno a che fare gli extra comunitari con gli amministratori delegati dei gruppi bancari che hanno derubato gli europei promuovendo investimenti spazzatura?

Che cosa hanno a che fare gli extracomunitari con la massiccia delocalizzazione attuata dai miopi imprenditori europei negli anni addietro?

Nulla, assolutamente nulla. Ricorrere alla xenofobia per giustificare le nostre colpe è qualcosa di vergognoso, inaccettabile e umiliante. 

Neanche le tragedie degli anni ’30 e ‘40 del XX secolo sono servite da monito. La Storia rimane inascoltata e ignorata. 

L’Unione Europea grazie a movimenti deliranti come il nazionalismo austriaco rischia di autoescludersi dal sistema mondo e di rimaner tagliata fuori dalla prossima, anche se non vicinissima, ripresa economica. Si prenda esempio dal lungimirante Obama che apre saggiamente all’Islam e prepara la strada a futuri e prosperi interscambi culturali e quindi anche economici.

L’Europa non solo invecchia ma è anche colpita da demenza senile e sembra non ricordare quali siano stati gli effetti delle spinte nazionaliste avvenute nel corso del XX secolo.

Ricorderò brevemente che “grazie” ai vari nazionalismi estremi l’Europa si è autodistrutta per ben due volte in meno di 50 anni e più di 100 milioni di persone, direttamente o indirettamente, hanno perso la vita. Tra questi, oltre ai soldati caduti, milioni di individui soppressi per il solo fatto appartenere a etnie diverse o per avere idee non conformi, moltissimi anziani morti di stenti, donne morte per stupri e violenze, bambini morti per fame.

Nel momento in cui si perde la memoria del passato e si oltrepassa ogni forma di moralità si è pronti a cadere nel baratro della cieca follia. 


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