L’Europa entra a gamba tesa nella campagna elettorale italiana

par Camillo Pignata
sabato 15 dicembre 2012

I Paesi europei sono entrati a gamba tesa nella campagna elettorale del nostro Paese, indicando preferenze per uomini e per programmi. Hollande e Merkel ed altri, hanno sposato l’agenda Monti, si sono schierati contro Berlusconi e hanno ignorato Bersani. Hanno giudicato il ritorno in campo del cavaliere come fonte di instabilità dell’eurozona, elogiato la politica montiana e non considerato l’agenda del segretario del PD.

Dunque viva Monti, abbasso Berlusconi e Bersani non classificato.

Questo lo spot elettorale dei Paesi Europei.

Una vera e propria interferenza che non è un fatto occasionale, ma un'ulteriore tappa di un processo intrusivo nelle politica dei paesi europei che è iniziato con gli organismi dell’UE, ed ora approda ai singoli Stati. La troika finanziaria ci ha dettato il programma per i prossimi anni, e così le agenzie di rating, e ora Germania, Francia ed altri Paesi europei ci dicono per chi e per che cosa votare.

È chiaro che cosi non si può continuare, si corre il rischio che la sovranità nazionale venga intaccata, non dall’Europa politica, ma da quella finanziaria e dai singoli paesi europei, quelli più forti.

Peraltro l’interferenza genera un processo emulativo a catena e soprattutto la legittimazione di tutti ad interferire su tutti. Se la Germania e la Francia intervengono nella campagna elettorale italiana, perché l’Italia non potrebbe intervenire nelle campagne elettorali tedesca e francese? E l’Olanda, il Belgio? Perché questi paesi non potrebbero intervenire nelle campagne elettorali tedesca e francese o in quella spagnola? E cosi via in una confusione senza fine. 

E allora è ragionevole interrogarsi sulla legittimità e opportunità di questa interferenza.

L’autonomia politica dei singoli Stati è intangibile e nessun interesse economico giustifica l’interferenza di uno Stato nella politica di un altro Stato, anche se è un interesse economico europeo, e meno che mai un interesse politico elettorale.

Solo l’Europa politica ha questo potere, non lo ha l’Europa finanziaria, né l’Europa economica, e tantomeno i singoli Stati.

Anche per questa via, torna ad imporsi il problema dell’unificazione politica europea.

Resta il fatto che l’interferenza c’è stata, anche se non motivata da ragioni di schieramento di partito, Berlusconi e Merkel appartengono al PPE , Hollande è socialista ma appoggia Monti che è uomo di destra.

I singoli Stati giustificano il loro intervento con ragioni economiche correlate alla difesa degli interessi nazionali ed europei, perché il destino economico dei paesi del vecchio continente è legato al nostro.

Intervengono contro Berlusconi per il fondato timore che il suo ritorno in campo, e la sua politica antieuropeista, possano provocare danni non solo all’Italia, ma a tutti i paesi europei.

Intervengono in appoggio a Monti, per le fondate garanzie di stabilizzazione economica dell’eurozona offerte da Monti.

Ma l’Italia non si identifica con Berlusconi e con Monti.

Le garanzie offerte da Bersani, che peraltro è avanti nei sondaggi, probabile vincitore delle prossime elezioni, e quindi probabile nuovo presidente del Consiglio, non contano? Non hanno valore?

Hanno valore solo le garanzie offerte da Monti?

Il fatto è che gli Stati europei hanno fatto una scelta non solo economico/politica ma anche politico/elettorale. Tra Monti, Berlusconi e Bersani hanno scelto Monti. Non hanno sventato solo il pericolo di una politica antieuropeista, ma anche scelto una politica economica rigorista senza equità, espressa dall'attuale Premier e rigettato la politica rigorista con equità di Bersani.


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