L’Aquila – La rabbia del Sindaco: "traditi dal governo"

par Pietro Orsatti
martedì 7 luglio 2009

L’intervista Il sindaco del capoluogo abruzzese: «Il G8? Non ci riguarda. A novembre solo pochi cittadini avranno un tetto sulla testa. La città rischia di svuotarsi». E i fondi scarseggiano
di Pietro Orsatti su Terra

«Il G8 è la, un pezzo di città, esterno, chiuso. Non ci riguarda. L’unica cosa che speriamo e che sia un’occasione per far ripuntare i riflettori su L’Aquila, ma stavolta in maniera corretta, su quello che sta succedendo qui davvero». Il sindaco de L’Aquila Massimo Cialente, accompagnato solo da un vigile urbano, è confuso fra i 5.000 cittadini del capoluogo abruzzesi che con una silenziosa fiaccolata si sono ripresi la notte per commemorare il terzo mese dalla scossa del 6 aprile. È con i suoi concittadini, arrabbiato e deluso come loro, e forse con qualche dato in più per essere alterato visto il ruolo che ricopre. «Forse l’errore che abbiamo fatto è stato quello di mantenere un profilo istituzionale senza alzare polemiche e rendere pubbliche le tante divergenze e i tanti dubbi che sorgevano di volta in volta appena finita la fase dei primi soccorsi. Forse l’hanno presa come una posizione di incapacità o di passività. Ma così non è stata, e non è».

Cosa si è rotto fra amministratori, e in particolare il comune de L’Aquila, e il governo?

Quando c’è qualcuno che va in giro per i campi a dire che abbiamo già ricevuto i soldi e che siamo noi delle amministrazioni locali a rallentare tutto, è evidente che diventa davvero difficile mantenersi, per responsabilità, su un livello puramente istituzionale. Prima di tutto ci hanno estromesso da ogni decisione ponendoci sotto due commissari, Bertolaso e il presidente della Regione Chiodi. Poi… Sarò chiaro. Io ho ricevuto solo 20 milioni di euro 6 giorni fa, un finanziamento relativo agli indennizzi delle case di tipo A, ovvero quelle che necessitano solo di piccole riparazioni per essere abitabili. Ripeto: 20 milioni sei giorni fa. E basta. E non posso neanche spenderli se Chiodi non emette il prezzario. Notare che aveva la possibilità di farlo da più di un mese visto che il provvedimento relativo è datato 25 maggio. Ora dice che lo farà questa settimana. Vedremo. E non dimentichiamoci, comunque, che 20 milioni di euro sono una goccia in un oceano.

E poi la questione delle tasse.
Ecco, la storia delle tasse è proprio la sentenza a morte di questa città. Non sono state sospese, non sono state spostate avanti negli anni. Rendiamoci conto che per l’Umbria e per le Marche le tasse del periodo dell’emergenza, e al 40%, sono state versate poche settimane fa. Dodici anni dopo. Noi invece le ripagheremo a partire dal primo gennaio 2010. Otto mesi dopo.

Si sta rischiando uno svuotamento della città?
Si. Il rischio è questo.

Si parla del più grande cantiere d’Europa in piedi in questo momento a L’Aquila. È davvero così?

Assolutamente no. C’è un piccolo cantiere. Potenzialmente lo è, ma è partito davvero poco. E bisogna capire quali interessi si muoveranno quando partirà. Quali saranno i soggetti che ne usufruiranno economicamente, quali imprese, quali settori economici. Anche su questo noi aquilani rischiamo di essere esclusi. Onestamente, diciamocelo, a novembre solo una piccola parte degli aquilani avrà un tetto sulla testa con il piano Case. Per il resto ci sarà un secondo esodo verso la costa con una città che, lo vedete, è ormai una città fantasma. Poi dicono che si useranno gli appartamenti sfitti. Ma anche qui ho dei miei dubbi, anche perché molti di questi appartamenti hanno bisogno comunque di riparazione anche se sono di categoria A. Bisognava muoversi prima, coinvolgendo i proprietari. Cosa che non è avvenuta forse proprio perché lo avevamo proposto noi locali. Ci si sta muovendo lentamente. Troppo lentamente.

Sta ricevendo molti attacchi, sindaco, anche sul piano personale.

Parliamo dell’accusa di essere uno sfollato di lusso? Un bell’attacco, falso, che mi era stato addirittura annunciato se non prendevo un atteggiamento diverso. Io quando sono a L’Aquila dormo in un camper. La prima settimana in auto. La mia famiglia è in un campeggio, nei bungalow. Addirittura da un campeggio nei primi giorni siamo stati cacciati perché abbiamo dei cani e il regolamento vietava la presenza di animali. Ma fossero solo quelli gli attacchi. Ho capito perfettamente che sono pro tempore, che si farà di tutto per farmi saltare nei prossimi mesi.


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