L’Alcoa ed i luoghi comuni

par Cesarezac
giovedì 8 novembre 2012

L’ALCOA è un’azienda multinazionale produttrice di alluminio, metallo molto resistente ma più leggero dell’acciaio, quindi molto richiesto dalle industrie che fabbricano aerei e automobili di fascia alta per le quali il peso costituisce un handicap.

Ai giorni nostri, tutte le attività umane, compresa la vita privata di un pensionato, sono utenti di energia elettrica. A maggior ragione le attività produttive. Le industrie produttrici di alluminio, in particolare, che devono separare l’alluminio dalla bauxite e altri inerti, richiedono grandi quantità di energia elettrica.

L’Italia, grazie, si fa per dire, allo sciagurato referendum del 1987, riproposto nel 2011, ha rinunciato a quella fondamentale fonte di energia che sono le centrali nucleari, per di più dopo avere speso ingenti risorse per costruirle. Gli italiani hanno esorcizzato le paure dei rischi, puramente ipotetici quanto improbabili derivanti da una disfunzione delle centrali in discorso, regalando significativi vantaggi ai paesi confinanti, sia in termini di nostra ridotta competitività, sia perché questi ci vendono energia elettrica, ovviamente, guadagnandoci.

Tutti noi cittadini italiani stiamo pagando il prezzo di questa scelta, ma qualcuno, come gli ex dipendenti dell’ALCOA, ora disoccupati, pagheranno anche, un sovrapprezzo. Chi li aveva convinti a votare “no” ai referendum queste cosette non gliele aveva spiegate. 

Per "luoghi comuni" si devono intendere quelle opinioni assai diffuse tra la gente, spesso prive di fondamento e promosse da chi ha interesse a condizionare l’opinione pubblica a proprio vantaggio.

Secondo un diffuso luogo comune, noi saremmo molto indietro nello sfruttamento delle fonti alternative di energia elettrica. La verità è un’altra. Siamo secondi solamente alla Germania, che però ha iniziato molto tempo prima di noi. La regione Puglia, ma non solo, ha visto il panorama delle campagne stravolto da migliaia di torri eoliche. La diffusione di pannelli fotovoltaici ha sottratto milioni di ettari alle produzioni agricole, il prezzo dei terreni è arrivato ai massimi livelli d’Europa.

Nessuno s’illuda, le fonti alternative, compreso il carbone, cancerogeno, l’idroelettrico, il gas, ecc. al massimo ci potranno assicurare il trenta per cento del fabbisogno; il restante settanta per cento dovrà essere ricavato importando petrolio, costoso e inquinante, gas o energia dai paesi che la ricavano dalle centrali nucleari.

Nel nostro Paese, la diffusione di pannelli fotovoltaici e torri eoliche si è sviluppata grazie ai seducenti incentivi statali, finanziati a spese di tutti noi contribuenti, compresi i lavoratori dell’ALCOA che quindi hanno pagato tre volte quella scelta referendaria: come cittadini, come contribuenti e come lavoratori.

La disinformazione, una certa pusillanimità caratteriale, hanno un prezzo. Ora gli incentivi sono stati ridotti. Qualcuno del governo ha ragionato.


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