Keynesiani o liberisti?

par antonio cianci 251039
mercoledì 21 novembre 2012

Non v’è mattino che “Rai news”, nella persona del suo direttore Corradino Mineo e della redazione politica, non annunci che i problemi dell’Italia siano dovuti a trent’anni di Liberismo. Fantastico! Non un esempio per dimostrare l’assunto, in verità azzardato.

Dall’avvento del centrosinistra, anni sessanta, la filosofia politico-economica che ha guidato l’azione di tutti i governi della Repubblica è stata quella catto-comunista, cioè ispirata all’economia sociale di mercato della Chiesa e della sinistra democristiana e a quella statalista, dirigista e collettivista della sinistra socialcomunista.

Lo Stato italiano oltre a pagare la burocrazia centrale e locale, un’armata senza confini, assicura la sicurezza e la difesa, paga la scuola, la sanità, i beni culturali, la ricerca, i trasporti, la viabilità ,la manutenzione del territorio. In più fornisce assistenza, spesso scadente e costosa, nei più svariati settori, sostituendosi anche a soggetti privati. Di qui l’infinito elenco di imprese, sindacati, organizzazioni con o senza fine di lucro, clientele a cui per decenni sono stati erogati soldi dei contribuenti.

Quali governi centrali o locali di questo paese hanno promosso con il metodo liberale vere privatizzazioni o liberalizzazioni dei servizi, tanto da poter essere definiti liberisti? I governi Andreotti, De Mita, Craxi? O quelli dei vari Amato, Prodi, D’Alema? E Tremonti, Berlusconi e la Lega sono liberisti o dirigisti, colbertisti, corporativisti e protezionisti, non avendo prodotto una sola riforma liberale in nessun campo, che potesse almeno avviare una qualche forma di ammodernamento del paese?

E non si sono forse opposti tutti i partiti in Parlamento a più di un tentativo di riforma, in senso più liberale, tentata dal governo Monti? Mineo et company predicano una politica keynesiana, senza accorgersi che essa in Italia è la regola da 40 anni. Senza più una lira in cassa oggi neppure Keynes sarebbe keynesiano. E loro, lottizzati della Rai, sono esempio di keynesismo o di liberismo?

Per difendere interessi di bottega, la propria, o “tirare la paga per il lesso”, molti stravolgono verità acclarate da tempo. Che strano paese!

 

 


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