Jimi Hendrix, 42 anni dopo
par Pleo
martedì 18 settembre 2012
Il 18 settembre 1970, Jimi Hendrix venne trovato morto nel suo appartamento di Kensington, stroncato da una dose eccessiva di barbiturici. Aveva solo 27 anni ma gli bastarono per entrare nella storia della musica. Nel 2011 Rolling Stone lo ha definito il miglior chitarrista di tutti i tempi e numerose sono le esibizioni che, per chi ha vissuto in quegli anni e non solo, sono impossibili da dimenticare. Nel 1967, dopo la nascita della Hendrix Experience, una delle band più importanti della storia del rock, al Festival di Monterey, Hendrix brucia e distrugge per la prima volta la sua chitarra. Al termine della serata il pubblico gli regala un’ovazione senza eguali. Forse il culmine della carriera di Hendrix arriva nel 1969 a Woodstock, con un’esibizione, l’ultima e conclusiva del celeberrimo concerto, che diventò leggenda.
Dopo 42 e tanti chitarristi succeduti al maestro della chitarra elettrica, probabilmente ancora nessuno ha eguagliato i suoi livelli. Oggi nell’anniversario della sua scomparsa, sono innumerevoli le canzoni con le quali potremmo ricordarlo da "Hey Joe" a "Purple Haze". Ne abbiamo scelte due, “Little Wing”, nella versione live registrata alla Royal Albert Hall nel 1969 e, immancabile, la performance di Woodstock: "La gente piange se qualcuno muore, ma la persona morta non sta piangendo. Quando morirò voglio che la gente suoni la mia musica, perda il controllo e faccia tutto ciò che vuole".