Italicum. Legge elettorale a rischio?

par Giacomo Nigro
mercoledì 2 marzo 2016

Se il giudizio della Consulta sulla legge elettorale fosse negativo, si aprirebbe una stagione di estrema debolezza del quadro politico italiano.

Il 24 febbraio il tribunale di Messina ha riconosciuto la fondatezza di sei delle tredici motivazioni addotte da un comitato che sostiene l’incostituzionalità della riforma della legge elettorale proposta in Parlamento dal Governo Renzi.

Nell’accogliere il ricorso il tribunale lo ha rinviato alla Corte costituzionale, che dovrà ora decidere prima sulla sua ammissibilità e poi, eventualmente, nel merito. Il professor Paolo Grossi, appena eletto presidente della Consulta, prevede “un tempo ragionevolmente breve per arrivare a qualcosa di definito”. Si apre così una partita delicatissima e potenzialmente assai pericolosa per il governo e, più in generale, per la stessa stabilità politica del paese.

Qualora la Corte costituzionale bocciasse il carattere maggioritario della riforma, infatti, l’Italia tornerebbe ad avere una legge elettorale puramente proporzionale, e dunque incapace di garantire la governabilità del paese. La decisione della Consulta potrebbe intervenire nel prossimo autunno, a ridosso del referendum confermativo della riforma costituzionale. Se il giudizio sulla legge elettorale fosse negativo, si aprirebbe dunque una stagione di estrema debolezza del quadro politico.

La legge elettorale italiana approvata nel 2015, denominata ufficialmente legge 6 maggio 2015, n. 52, comunemente nota come Italicum (soprannome che le diede nel 2014 l’allora segretario del PD Matteo Renzi suo principale promotore) è stata licenziata dal Senato e approvata definitivamente dalla Camera prevede:

Foto: Daniel Lobo/Flickr


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