Italiani cacciati dalla Libia. In attesa di una firma

par Vanessa
giovedì 16 settembre 2010


Sono una dei ventimila italiani che nel 1970 furono cacciati dalla Libia colpevoli di essere italiani, in violazione della risoluzione ONU 388, del trattato Italo-Libico del 1956 e della legge di ratifica 843/57. 

Lo stato Italiano che doveva tutelarci e far rispettare gli accordi ci chiese di avere pazienza perché i giusti risarcimenti dovevano attendere gli accordi internazionali ed intanto i profughi della Libia morivano disillusi e trattati da stranieri nella 
propria patria.

Nel 2008 il tanto atteso accordo internazionale e la delusione per non esserne stati inclusi, vanificando trentotto anni d'attesa senza nemmeno l'ombra delle scuse per come fummo trattati. 

Anche le promesse inserite nella legge di ratifica n. 7 del 6 febbraio 2009, (Gazz. Uff., 18 febbraio, n. 40), dove, all'art. 4, si parla degli indennizzi spettanti a noi profughi. restano ad oggi solo promesse non mantenute, di un indennizzo che forse arriverà a qualche percento del valore dei beni confiscati illegalmente nel 1970.

Libya
Mappa

Sono due anni che maqnca solo una firma per dare il via all'iter, quella di Giulio Tremonti.

Da cittadini italiani rispettiamo leggi che il parlamento promulga e il capo dello Stato ratifica ma con profonda amarezza vediamo che lo Stato può impunemente ignorarle perché nessuno le fa rispettare nell'indifferenza dei mezzi d'informazione e delle istituzioni.


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