Italia: se il prezzo dei preservativi lo decide la Chiesa

par Emilia Urso Anfuso
sabato 27 agosto 2011

Sono certa che in pochi - forse nessuno – si siano mai domandati: “Quale i.v.a. è applicata al costo dei preservativi venduti in Farmacia?" Così come credo che in pochi si siano mai chiesti quale sia l’i.v.a. applicata ai farmaci. Risposta: ai farmaci viene applicata l’i.v.a. del 10%. Ai preservativi del 20%.

Voi direte: “Embé?" Forse perché, quando si vanno a comprare dei preservativi, a tutto si pensa tranne che a certe – importantissime – cose. Come, ad esempio, una netta pressione della Chiesa sul costo di questo articolo cosidettto “da banco” – non necessita infatti di prescrizione medica – che ogni anno fa rastrellare alle case produttrici cifre ragguardevoli.

Ma perché è importante sapere che sui preservativi grava una imposta maggiore di quella dettata dalle vigenti normative? Perché è lo specchio di una situazione che parla di società civile e sempre più frequenti ingerenze in essa da parte della Chiesa.

La Chiesa si sa, prende parte sempre più attivamente alla cosidetta società civile. Vuoi per i trattati ed i patti sottoscritti ad inizio secolo scorso, vuoi perchéproprio grazie ad un concordato Mussolini permise ai preti di far politica, ecco che se tuona la voce della Chiesa, lo Stato italiano deve correre ed obbedire. Almeno in certi casi. Ma diciamo pure in quasi tutti.

Ora voi direte, cosa c'azzecca l’aliquota applicata ai preservativi con la Chiesa e la nazione? C’entra, e vi spiego perché.

Da sempre, la Chiesa non fa mistero della sua assoluta negazione dell’utilizzo di sistemi di controllo delle nascite che non siano quelle cosidette “naturali”, vedi l’Ogino Knaus, che – appunto... - ha generato milioni di figli, negli anni. E, forse, molti malati di malattie a trasmissione sessuale.

Il preservativo, viene visto come “innaturale” e mai come in questo caso “innaturale” prende il significato di “immondo”. Per quanto la Chiesa si sia viluppata e sia evoluta, al punto da creare persino applicazioni per l’Iphone, certe idee sono davvero dure a morire.

Eppure, da decenni, il preservativo è l’unico modo per tentare di evitare contagi da malattie a trasmissione sessuale, come l’Aids. E sarebbe anzi necessariosviluppare grandi campagne di sensibilizzazione in tutto il mondo, a questo proposito.

Ma niente: la Chiesa tiene duro. Anche a costo di fare ammalare milioni di persone. Anche a costo, di “consigliare” un costo non proprio popolare, di modo che le persone, spesso, si trovino a dover rinunciare al pacchettino di preservativi, visto che in molti casi il suo acquisto rappresenta una spesa “di lusso” in tempi di crisi...

Nel cuore della Chiesa Cattolica questo ha un peso. Un peso decisionale.

Sappiate che, in altre nazioni europee, il costo dei preservativi non solo non subisce le stesse alterazioni di prezzo come da noi per una aliquota maggiore ma anzi, il prezzo viene spesso ribassato e reso “popolare” proprio in virtù del fatto che si ritiene più logico e salutare sostenere l’acquisto di un prodotto che può in molti casi scongiurare pericolosissimi contagi.

Proprio quest’anno, l’Irlanda ha deciso di abbassare il prezzo dei preservativi riducendo l’aliquota applicata. Ed anche l’Inghilterra ha fatto la stessa cosa. La motivazione? Maggiore sicurezza per le persone, maggiore controllo sulle nascite, visto peraltro che l’età dei primi rapporti sessuali è sensibilmente diminuita negli ultimi dieci anni, tanto che – altra novità dei nostri tempi – nel 2010 è stata votata quasi all’unanimità una mozione che ha reso possibile la vendita dei preservativi nelle scuole superiori. Ma a prezzi più abbordabili: 3 euro la confezione da tre pezzi, che in una farmacia italiana costerebbe 10 euro. Un furto patentato.

L’esperimento in questione partirà con l’avvio del nuovo anno scolastico, ormai alle porte.

Viene ovvio riportare come anche in questo caso la Chiesa abbia tuonato contro questo ennesimo immondo misfatto. Fregandosene, una volta in più, di mettere in connessione la Ragione con la Ragion di Stato. Dello Stato Vaticano.

A questo punto, un consiglio: se vi accingete ad acquistare una confezione di preservativi, invece di recarvi in farmacia, fate un giretto in qualche Istituto superiore. E se qualche giovane alunno vi guarderà storto mentre mettete la monetina nell’”immonda” macchinetta distributrice, voi dite che li state comprando per vostra figlia...


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