Italia-Libia: ma almeno la reciprocità

par Phastidio
lunedì 30 agosto 2010

Per noi, che ossimoricamente siamo realisti nel cuore, è bello leggere quotidianamente i numerosi editoriali dei giornali amici del premier e della maggioranza, con le loro aspre reprimende contro le anime belle della sinistra, che si dicono scandalizzate del grande feeling (baciamano incluso) tra Berlusconi e Gheddafi. Ancora ci sovvien di quando era il governo di centrosinistra a tentare di trattare con il Colonnello, nel 2006-2008, (quindi già in periodo di “resipiscenza” gheddafiana), per garantirsi un approvvigionamento stabile della nostra sciagurata materia prima energetica.

In quegli anni, per la stampa di centrodestra, la sinistra “andava a letto con un dittatore sanguinario”, ma aveva sempre, ieri come oggi, il cappotto di cachemire. Oggi, che Gheddafi (come già alcuni anni addietro), è prodigiosamente diventato

“Un fattore di stabilità nel continente africano e in tutto il Medio Oriente (nientemeno, ndPh.), un partner economico affidabile per chi fa business con lui, un soggetto politico da tenere in grande considerazione”

il Colonnello è tornato a Roma col suo circo a tre piste, questa volta solo lievemente più occultato alla vista dei romani (che pure sono scafati a tutto, o quasi). Ma chiedere a Gheddafi un basso profilo, o suggerire sommessamente a Palazzo Chigi-Grazioli di adoperarsi per ottenerne uno (perché comunque est modus in rebus), espone a critiche di disfattismo o, nella migliore delle ipotesi, di gauche caviar, quindi ce ne asterremo.

Vorremmo però solo invocare un minimo di reciprocità: se il Colonnello dai colori della Lega viene a Roma, capitale della cristianità (come direbbero Alemanno, Gasparri, La Russa e mezzo Pdl, brandendo un sondino nasogastrico), anche per predicare che l’Islam diventi la religione d’Europa (è solo questione di tempo, Colonnello: passi da Don Verzé e riuscirà a vivere abbastanza a lungo per vedere quel giorno), convertendo alcune “hostess” condotte a lui, noi chiediamo che Silvio Berlusconi possa recarsi a Tripoli per cercare di convertire le amazzoni libiche se non proprio al cattolicesimo almeno in veline. Una deroga non si nega a nessun popolo, in fondo.

Update – Già, e la buonanima di Oriana?


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