Istanbul: tanto per cambiare, ci sono pezzi che non si incastrano anche in questo caso
par Aldo Giannuli
venerdì 15 gennaio 2016
In caso di strage, soprattutto di terrorismo internazionale, non è strano che ci siano aspetti oscuri: è la materia stessa a produrli, senza bisogno di alcuna dietrologia. Questo non significa che non si debba cercare di ragionarci su. Qui ci sono tre ordini di domande fra loro connesse:
a. chi ha mandato l’attentatore, al di là delle apparenze e chi c’è dietro il mandante
b. quale era l’obiettivo dell’attentato
c. quale era lo scopo dell’attentato
In primo luogo: siamo sicuri che l’attentato venga dall’Isis? Abbiamo una rivendicazione, questo è vero, ma non ci vuole molto a fare una falsa rivendicazione. Però, di solito, le rivendicazioni false non vengono fatte con una firma conosciuta e di soggetto esistente che può smentire, ma con una firma “nuova” o generica magari giù usata (tipo “I guerrieri della Jihad”). Qui l’Isis esiste, è in grado di smentire ma non ha smentito. A volte le organizzazioni terroristiche trovano utile non smentire una falsa rivendicazione per appropriarsi di un attentato e sembrare più potente di quanto non sia. Ma non mi pare questo il caso: se chi ha fatto quell’attentato è soggetto estraneo all’Isis voleva spezzare il rapporto fra Isis ed Erdogan, quindi Daesh aveva tutto l’interesse a smentire.
Il governo turco, in un primo momento, aveva accusato i russi (una reazione molto simile a quella di Aznar che, di fronte alla strage di Atocha, accusò l’Eta), poi, resisi conto che la cosa non stava in piedi, ha dato una spiegazione molto contorta: si l’attentato è dell’Isis ma su richiesta di Assad. Ma anche questa non convince.
Nel complesso, l’attribuzione più probabile resta sempre quella dell’Isis, almeno sino a smentita degli interessati.
Dopo, però, resta da spiegare perché l’Isis lo abbia fatto, visti i buoni rapporti con Erdogan. Punire la Turchia per la sua adesione alla lega antiterroristica dei 34? Mi pare un po’ debole, e poi, in questo caso, perché la Turchia e non l’Arabia Saudita chè è la capofila dei 34? Non credo che l’Isis prenda molto sul serio questa nuova sceneggiata di lega antiterroristica che non concluderà nulla come la precedente.
Certo, a settembre ci fu un altro attentato in Turchia, ma colpiva una manifestazione di curdi e di sinistra che non avrà certo addolorato Erdogan. Lasciamo aperta la questione che è il vero punto oscuro della vicenda.
Secondo: contro chi era diretto l’attentato? Genericamente contro i turisti per colpire l’economia turca (come già fatto per l’Egitto, la Tunisia, Bali ecc)? O contro la Germania perché 9 vittime su 10 sono tedesche? Sinceramente, non ho mai preso sul serio il bersaglio tedesco: che la cosa possa aver fatto piacere al mandante è indubbio, ma credo che sia stata una casualità: come faceva il mandante a sapere che quel giorno, in quel punto della piazza ci sarebbero stati dei tedeschi? Dunque, qui possiamo avere le idee più chiare e pensare ad una casualità, mentre il bersaglio era l’industria turistica turca.
Terzo: quale è la logica di questo attentato? Appunto: perché l’Isis compromette un rapporto importante come quello con la Turchia? È evidente che il grosso di armi e foreign fighter passi dalla frontiera turca e che adesso potrebbero esserci problemi che prima non c’erano. A meno che… ma qui siamo costretti a lavorare di fantasia perché appigli concreti non ce ne sono..
Immaginiamo che per qualche ragione a noi ignota la Turchia sia stata costretta a mutare atteggiamento verso l’Isis, ad esempio perché gli Usa, dopo l’incidente con i caccia russi, abbiano messo come prezzo alla loro copertura, l’abbandono del rapporto con l’Isis e che Ankara, pur se obtorto collo, abbia accettato, magari sbarrando il passaggio a qualche convoglio diretto a Raqqa o qualcosa del genere. In questo caso si può leggere la strage di Istanbul non tanto come una punizione quanto come un secco avvertimento ad Erdogan: “Attenzione, non puoi concederti questi lussi o ti mettiamo il paese a ferro e fuoco”. O, peggio: “rendiamo di pubblico dominio (o diamo ai russi) le prove dei rapporti si interesse che abbiamo avuto”.
Azzardo ma avvertendo che è solo una vaghissima ipotesi. Qualcosa di più la capiremo nel prossimi giorni sulla base delle reazioni dei principali attori. Per ora possiamo solo cercare di accumulare qualche dato in più.