Israele. "L’esercito più etico del mondo" arresta bambini palestinesi

par Davide Falcioni
giovedì 22 marzo 2012

Gerusalemme, scuola elementare di Al-Quds. I soldati israeliani hanno organizzato ieri mattina un blitz in piena regola, armati fino ai denti tra banchi, lavagne e bambini intenti a seguire le lezioni. Solo che l'obiettivo dei militari non era un pericoloso terrorista imbottito di esplosivo e pronto a farsi saltare in aria, ma un bimbo palestinese di appena 11 anni sospettato, udite udite, di aver lanciato pietre contro i soldati. 

Stessa sorte è capitata pochi giorni fa ad altri otto minori, "deportati" dalle loro case di Beit Ummar verso una località distante una quarantina di chilometri. Anche stavolta l'accusa mossa loro è stata "Lancio di pietre ai soldati d’occupazione israeliani e partecipazione ad attività popolari”. 

L'organizzazione Defence for Children ha immediatamente condannato i blitz, una prassi quotidiana dei soldati israeliani nei territori occupati: “Gli arresti di minori palestinesi tra i 12 e i 17 anni - ha dichiarato l'associazione - vengono condotti nella notte. Essi vengono prelevati dalle loro case e l’illegalità delle fasi successive è una prassi consolidata; essi venono malmenati, bendati e portati via da casa senza permettere la presenza di un genitore, né di un avvocato”.

Negli ultimi quattro anni, l’organizzazione ha raccolto 311 casi di arresti. Il 90% dei minori sono sottoposti a duri interrogatori, l’accusa è sempre il lancio di pietre o l’essersi ribellati ai militari d’occupazione israeliani, mentre il percorso legale per la loro difesa è un labirinto.

Defence for Children, inoltre, accusa Israele di aver trasferito 2/3 dei minori palestinesi arrestati verso centri all’interno di Israele, esplicita violazione all’articolo 76 della Convenzione di Ginevra per la protezione delle persone civili in tempo di guerra, che recita testualmente: 

“Le persone protette imputate saranno detenute nel paese occupato e, se sono condannate, dovranno scontarvi la loro pena. Esse saranno possibilmente separate dagli altri detenuti e sottoposte a un regime alimentare e igienico sufficiente per mantenerle in buono stato di salute e corrispondente almeno al regime degli stabilimenti penitenziari del paese occupato. Esse riceveranno le cure mediche richieste dalle loro condizioni di salute. Esse saranno parimente autorizzate a ricevere l’aiuto spirituale che potessero chiedere. Le donne saranno alloggiate in locali separati e sottoposti alla sorveglianza immediata di donne. Sarà tenuto conto del regime speciale previsto per i minorenni. Le persone protette detenute avranno il diritto di ricevere la visita dei delegati della Potenza protettrice e del Comitato internazionale della Croce Rossa, conformemente alle disposizioni dell’Art. 143. Inoltre, esse avranno il diritto di ricevere almeno un collo di soccorso al mese”. (Convenzione di Ginevra per la protezione delle persone civili in tempo di guerra, 1950. Sezione III Territori Occupati)".

Eppure poco più di un mese fa lo stesso Esercito Israeliano si era autoproclamato il "più morale del mondo". Per avallare questa tesi - a dir poco stramba viste le numerose risoluzioni Onu che ne accertano crimini di guerra - il governo si è avvalso della collaborazione di Asa Kasher, filosofo, redattore per l'occasione del codice morale dell’esercito di Israele: la priorità della vita umana e l’etica degli armamenti.

A quanto pare l'esercito israeliano avrebbe un particolare rispetto per la dignità di ogni vita umana (compresa quella dei palestinesi?). Per quanto riguarda l'etica degli armamenti, invece, l'esercito israeliano avrebbe il dovere di contenere al massimo l'uso della forza. Secondo Kasher questi due sarebbero elementi imprescindibili per uno standard etico elevato. 

Come giustifica il professor Asa Kasher la deportazione di minori palestinesi? 




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