Isole Tremiti, capolavoro naturale degno di una più accurata manutenzione

par roccob
venerdì 3 luglio 2009

V’è obiettivamente da chiedersi, specialmente per noi pugliesi, che senso abbia affrontare nove/dieci ore d’aereo, faticose e dispendiose, per arrivare a godere dello spettacolo, ancorché fascinoso, d’atolli, lagune, fondali e barriere coralline, quando, a portata di mano, trovasi presente una meraviglia della natura come l’arcipelago delle Tremiti, che poco e niente ha da invidiare, per bellezza e magia, alle famose e decantate Maldive.
 
Basta soltanto raggiungere il gruppo d’isolette, appena defilato dal Gargano, servendosi dell’elicottero in partenza da Foggia ed ecco che l’analogia con i tesori dell’Oceano Indiano è quasi perfetta.

La sensazione di gustare uno spettacolo eccezionale, se non unico, si esalta e completa con il giro dell’arcipelago, via mare o attraverso i sentieri che si snodano ben mimetizzati nelle pinete, fra ripe scoscese e calette d’incanto.
 
Siffatto quadro, già di per sé e nell’insieme, è indiscutibilmente di una bellezza magnifica. Ad ulteriore arricchimento dell’opera d’arte naturale, mette conto di porre l’accento su due particolari sfumature, pennellate speciali – diciamo così – del mirabile autore.

La prima, concerne il tramonto alle Tremiti, la qual cosa si configura come un arcobaleno di nuance e toni a tutto tondo; la seconda, identifica la notte di queste isole e la volta del cielo nella fase in cui, giustappunto, prevalgono la quiete e il silenzio: la coltre, lassù, non appare scura e tetra ma pitturata di un blu intenso, accompagnato da luccichii scintillanti e, inoltre, arricchita dai ricami degli infiniti puntini luminosi.

Peccato, che il concreto impatto quotidiano con le Tremiti non sempre s’innesti con lo splendore, l’armonia e l’assetto delicato del territorio.

Ad esempio, vero e proprio pugno nell’occhio per la sublime tavolozza, almeno nel periodo d’avvio della stagione estiva, ecco, purtroppo, la presenza di numerose, e talvolta vaste, aree incolte, disgustose sterpaglie sintomo di degrado, a ridosso di case, esercizi commerciali e ricettivi e, finanche, d’edifici pubblici ancora nuovi o nuovissimi, quali il poliambulatorio dell’ASL, la sede distaccata del Comune e la moderna chiesa nell’isola di San Domino. Uno spettacolo – ma è pura e cruda realtà – da cancellare radicalmente, senza indugi, dal palinsesto.

E’ indubitabile che, per il governo di un’amministrazione comunale atipica del genere di quella delle Diomedee, i problemi sono tanti, si affollano e incalzano ed è pressoché impossibile risolverli con le sole risorse disponibili in casa, non esistendo bacchette magiche.

E però, è parimente indubitabile che, nell’arcipelago di sogno, bisogna mettere mano ad una radicale pulizia, a costo anche di dover suonare la sveglia, fino ad un ritmo incalzante e assordante, all’indirizzo di Strutture pubbliche di livello regionale o addirittura nazionale, al fine di procacciarsi le indispensabili risorse finanziarie.
 
La natura merita un biglietto da visita e d’immagine più consono.


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