Iran: questo governo non è con il popolo, ma un governo fantoccio non è una soluzione

par Pressenza - International Press Agency
venerdì 4 luglio 2025

Abbiamo intervistato Nasrin (nome di fantasia per motivi di sicurezza) sulla situazione attuale in Iran. Nasrin è una ragazza di 20 anni che vive in Iran, studentessa di fisica, promotrice di un’organizzazione umanista internazionale senza scopo di lucro che sostiene una trasformazione personale e sociale simultanea.

di Olivier Turquet

Quest’articolo è disponibile anche in: Inglese

Cartello di protesta a Teheran

Com’è la situazione nel Paese e nel luogo in cui vivi?

Naturalmente non posso rispondere a questa domanda a nome di tutto il popolo iraniano; tuttavia, da quello che ho visto e sentito, e che anche voi potrete intuire, la gente è costantemente stressata, come minimo. Ho parenti e amici a Teheran che, come sapete, ha avuto il maggior numero di attacchi tra tutte le altre città e questo è stato spaventoso e stressante per loro. Potreste pensare “ma Israele ha annunciato e avvertito Teheran, consigliando di evacuare la capitale”.

È vero, ma in primo luogo la maggior parte delle persone in Iran non ha avuto accesso alla rete internazionale per circa 5 giorni e non ha avuto modo di venire a conoscenza di questo avvertimento. In secondo luogo, Teheran ha una popolazione di 15 milioni di persone! È una volta e mezza la popolazione di Israele. Come possono 15 milioni di persone lasciare la loro città in uno o due giorni? È impossibile. E poi ci sono le persone in ospedale, quelle che hanno bisogno di cure speciali, gli orfani, i senzatetto e molti altri gruppi che non hanno un altro posto dove andare. Pertanto, quello che ho capito è che Israele sta solo cercando di sembrare pacifico e di mostrare che si preoccupa del popolo iraniano, il che non sembra essere vero!

Per quanto riguarda le altre città grandi e piccole dell’Iran, per quanto ne so, le aree residenziali non sono state attaccate, ma lo stress, la paura e i forti rumori delle esplosioni hanno fatto sì che molte persone non riuscissero a dormire per molte notti.

Qual è il sentimento principale della gente?

Direi la paura e lo stress, soprattutto a causa della guerra, ma anche di ciò che accadrà dopo, con tutti questi luoghi industriali, militari e residenziali distrutti e di come il governo iraniano agirà in seguito. Siamo preoccupati per l’Iran.

Alcune persone sono anche deluse per la quantità di denaro che è stato speso per questi razzi e per la tecnologia nucleare, per non parlare del denaro perso in questa direzione a causa della corruzione, e tutto questo denaro viene bruciato per distruggere o è stato dilapidato nel giro di pochi giorni. Questi sono soldi che avrebbero dovuto essere spesi per le persone, per il sistema educativo, per il sistema sanitario, per il popolo di questa nazione, o almeno per alcuni rifugi antiatomici per loro…

Gli iraniani sono stanchi, a causa di tutti i problemi che abbiamo avuto, da quelli economici alle violazioni del governo contro di noi e ora che tutto è peggiorato… Ma abbiamo ancora speranza nella fine della guerra e in un futuro migliore.

Come vede il futuro la gente?

Come ho già detto, la gente è preoccupata di come sarà il governo dopo questa guerra. Questo perché abbiamo visto in passato come questo regime sia diventato più violento dopo situazioni simili; inoltre, in questi giorni vediamo udienze di dodici minuti per giudicare persone accusate di lavorare per Israele o cose simili, senza nemmeno avere un avvocato per difenderle. Udienze che si concludono con una condanna a morte! Nei giorni scorsi, dopo che il cancello d’ingresso della prigione di Evin a Teheran (una prigione per detenuti politici) è stato distrutto in un attentato, tutte le strade circostanti sono state bloccate e si sono sentiti rumori di spari all’interno. Questo governo non è con il suo popolo.

I movimenti di protesta come “Donna, vita, libertà” stanno facendo qualcosa?

Nonostante gli sforzi di Israele e degli Stati Uniti per spingere il popolo iraniano a protestare e a cambiare il regime, questo non è successo. Forse alcuni volevano farlo e non l’hanno fatto a causa della pesante atmosfera di sorveglianza che regna nelle città, soprattutto in quelle più grandi. I posti di blocco e la presenza di agenti delle unità speciali lo confermano. Questo governo ha paura della popolazione quanto del nemico, se non di più.

Ma alcune persone non hanno nemmeno voluto protestare nonostante il loro odio per questo governo. Vogliamo che il regime cambi, ma non vogliamo che un governo fantoccio, controllato da Israele o dagli Stati Uniti, governi su di noi. Non vogliamo che la nostra patria, l’Iran, venga fatta a pezzi a causa della mancanza di potere. Odiamo il regime degli ayatollah, ma non vogliamo che ci accada qualcosa di peggiore e, certamente, non vogliamo che l’Iran venga distrutto da persone che sostengono di agire per il nostro bene.

Come vedi la situazione del governo e del regime teocratico?

Non sono un politico, quindi non posso esprimermi in modo professionale su questo tema, ma posso fare delle osservazioni ed esprimere le mie opinioni in merito.

Un’osservazione interessante è che prima, nei discorsi del leader iraniano o di altri esponenti del governo, li abbiamo visti parlare di “Ummah islamica” (la comunità globale dei musulmani, uniti dalla loro fede). Ma dopo l’inizio di questa guerra, hanno parlato solo del “Caro popolo dell’Iran”. Altri fatti, come la disconnessione del 97% degli iraniani dalla rete internet internazionale per cinque giorni, i posti di blocco e la presenza di agenti delle unità speciali nelle città e altro ancora dimostrano che questo regime teocratico ha paura della sua popolazione ora che si è indebolito a causa della guerra. Ciò che è interessante e triste è che non ho ancora sentito il rappresentante dell’Iran parlare del popolo iraniano in nessuna delle riunioni di emergenza del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

Il governo iraniano ora è debole, ma impiegherà tutta la sua forza nel reprimere qualsiasi movimento del popolo e lo farà nel modo più aggressivo, come sta facendo con i prigionieri politici all’ombra della guerra. E dopo questa guerra lo faranno in modo ancora più aggressivo. 

Cosa possono fare i movimenti nonviolenti all’estero per contribuire al cambiamento nel vostro Paese?

Personalmente penso che i movimenti nonviolenti possano continuare a svolgere le loro attività e a connettersi con le persone su scala globale, in modo da far crescere la consapevolezza e ispirare sempre più persone in tutto il mondo.

L’umanità ha bisogno di pace e questo non è certo ciò che la politica sta facendo. Non dovremmo credere a nessun politico che sostiene che il motivo per cui sta uccidendo o bombardando in un Paese è per la pace di quel Paese o del mondo intero. Non ascoltate le bugie dei media, pensate e criticate. La propaganda funziona quando la gente smette di pensare.

Traduzione dall’inglese di Stella Maris Dante
Revisione di Anna Polo


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