Io C.A.S., tu C.A.S.E., egli M.A.P., noi affitto concordato, voi alberghi, essi caserme

par Luciano B. L.
giovedì 3 febbraio 2011

A LâAquila, la S.G.E. (Struttura di Gestione dellâEmergenza), coniuga il verbo abitare sostituendo ai pronomi personali dei numeri che, da una settimana allâaltra, appaiono fluttuare misteriosamente senza alcuna logica.

Se ci si limita ad osservare il totale delle persone sfollate si potrebbe pensare che s’è verificato un certo qual miglioramento della situazione: erano 49.056 nel maggio 2010, sono 31.295 oggi. Però, nulla sapendo delle attuali vicende abitative delle 17.761 persone non più assistite od alloggiate in situazioni emergenziali, si può solo intuire che in tanti hanno provveduto ad arrangiarsi in proprio, giacché la ricostruzione de L’Aquila-città procede assai lentamente o, addirittura, nella zona rossa è tuttora ferma. Poiché L’Aquila-comunità è stata semplicemente fatta a pezzi. Nel senso che gli sfollati sono stati indotti a stare in situazioni abitative disparate e, nel periodo 11/05/2010 - 01/02/2011, così mutanti:

- i beneficiari del C.A.S. (Contributo di Autonoma Sistemazione) piombano da 25.761 a 11.714;

- i sistemati nei C.A.S.E. (Complessi Antisismici Sostenibili ed Ecocompatibili) calano da 14.581 a 13.975;

- i dimorati nei M.A.P. (Moduli Abitativi Provvisori) crescono da 2.108 a 2.223;

- i locatari di alloggi con pigione (moderata o concordata) decrescono da 1.968 a 1.601; 

- i soggiornanti in strutture alberghiere (delle varie Province Abruzzesi) scendono da 3.950 a 1.454;

- i trattenuti nelle Caserme (Guardia di Finanza e Campomizzi) degradano da 688 a 328. 

Scrutando in dettaglio l’andamento d’ogni voce si rimane semplicemente senza parole. Attoniti. Giacché:

- improvvisamente, dal 12 al 18 ottobre 2010, il C.A.S. non è più stato erogato a 14.027 persone;

- costantemente, molti alloggi dei 4.449 dei 19 C.A.S.E., realizzati per 17.000 terremotati, sono rimasti vuoti;

- stranamente, al 26 ottobre, le presenze nei M.A.P. salgono fino al massimo di 2.731 persone;

- contraddittoriamente, variano gli alloggi con affitto concordato con D.P.C. da quelli del fondo immobiliare;

- inspiegabilmente, molti sfollati permangono ancora alloggiati in altre Province abruzzesi o fuori Regione;

- comunquemente, nel lungo periodo considerato, gli accasermati sono stati solo dimezzati.

Immaginando, poi, la perdita di stato subita nel passaggio repentino da una condizione abitativa ad un'altra che equivale ad una vera e propria improvvisa mutazione d’identità delle persone, c’è da restare esterrefatti: io senza C.A.S. per non aver compilato un modulo; tu ottantaquattrenne estromessa dagli alloggi dei C.A.S.E. perché non più convivente con la cognata; ella, lui, lei messa e tolta dai M.A.P. a sua insaputa; noi in affitto prima ridotto, poi concordato, infine incrementato come in tempo di guerra; voi cacciati di brutto dagli alberghi anche se i lavori di ripristino della propria abitazione sono incompiuti; essi, loro, esse ancora nelle Caserme per chissà quale ragione.

 

Tu trasformato in lui o viceversa, dalla sera alla mattina. Ancora ella che mirabilmente spiega al proprio cane cosa è diventata L’Aquila e come si vive nell’oasi faunistica del C.A.S.E., ormai assimilabile ad una riserva indiana. Ad alcuni di voi imposto d’essere come l’io di qualche tempo fa. Voi privi d’un punto fermo (con la vostra vita che continua a tremare come la terra) e senza speranza d’uscire dalla precarietà alloggiativa sulla costa. Qualche loro trapassato dalle Caserme alla libertà perché deceduti.

Per la consapevolezza che “Cristo si è fermato (anche) a L’Aquila” ed Arcore non è “l’ombelico del mondo”.


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